18 apr 2011
La magistratura italiana, sovversiva, comunista e persino infiltrata dalle Brigate Rosse, secondo i manifesti affissi di recente nelle strade di Milano, dalla “Associazione dalla parte della democrazia”, che sostiene alle prossime elezioni amministrative il sindaco di Milano Letizia Moratti, ha lasciato sul terreno nell’arco di quattro anni, dal 1976 al 1980, 11 vittime
La magistratura italiana, sovversiva, comunista e persino infiltrata dalle Brigate Rosse (oggi che le BR non esistono nemmeno più), secondo i manifesti affissi di recente nelle strade di Milano, dalla "Associazione dalla parte della democrazia", un'organizzazione fiancheggiatrice del Pdl e che sostiene alle prossime elezioni amministrative il sindaco di Milano Letizia Moratti, ha lasciato sul terreno nell'arco di quattro anni, dal 1976 al 1980, 11 vittime, assassinate dalle Brigate Rosse, da Prima Linea, da Ordine Nuovo ecc., quasi tutti magistrati uccisi mentre si recavano o si trovavano al lavoro e senza alcuna scorta a proteggerli. Ecco il lungo elenco delle toghe rosse (di sangue).
Vittorio Occorsio, magistrato presso il Tribunale di Roma, indagava sul terrorismo nero e la Loggia di Licio Gelli. Fu ucciso nella capitale il 10 luglio 1976 dai neofascisti di Ordine Nuovo, mentre si recava in ufficio con la sua auto.
Riccardo Palma, dirigente degli istituti di pena, fu assassinato il 14 febbraio 1978 dalle Brigate Rosse con una raffica di mitra a due passi da casa.
Girolamo Tartaglione, dirigente ufficio affari penali, fu ucciso a Roma il 10 ottobre 1978 con due colpi alla nuca sulle scale di casa dalle Brigate Rosse.
Fedele Calvosa, Procuratore della repubblica a Frosinone, fu assassinato l'8 novembre 1978 con l'agente di custodia Giuseppe Pegliei e l'autista Luciano Rossi, mentre si recava al lavoro. L'omicidio fu rivendicato dalla Unità Comuniste Combattenti.
Emilio Alessandrini, fu ucciso a Milano dopo aver accompagnato a scuola il figlio, da un commando di Prima Linea, il 29 gennaio 1979.
Vittorio Bachelet, magistrato e professore universitario fu assassinato nell'Università La Sapienza a Roma, il 12 febbraio 1980 dalle Brigate Rosse.
Girolamo Minervini, direttore degli Istituti di Prevenzione, fu ucciso dalle Brigate Rosse a bordo dell'autobus col quale si recava al lavoro a Roma il 18 marzo 1980.
Guido Galli, fu assassinato con tre colpi di pistola sparati alla schiena da un commando di Prima Linea nell'Università statale di Milano il 19 marzo 1980.
Mario Amato, sostituto procuratore, fu ucciso a Roma il 23 giugno 1980, perché indagava sul terrorismo nero. Come molti altri colleghi era senza scorta. Un obiettivo facile per i Nuclei armati rivoluzionari.
Francesco Coco, procuratore generale presso la Corte d'appello di Genova fu assassinato dalle brigate Rosse nel capoluogo ligure, nei pressi della sua abitazione 8 giugno 1976. Con lui caddero sotto il fuoco dei terroristi anche i due agenti di scorta il brigadiere di polizia Giovanni Saponara e l'appuntato dei carabinieri Antioco Deiana.
Nicola Giacumbi, Procuratore capo della Repubblica fu assassinato a Salerno il 16 marzo 1980. Durante l'attentato rivendicato dalle Brigate Rosse, la moglie Lilly, che lo accompagnava, sfiorata da un proiettile alla nuca si salvò per miracolo.
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