martedì 19 aprile 2011

Berlusconi irritato ma non sorpreso da Colle. E punta sul voto

Vincere a Milano a tutti costi.Fini?Urne dimostreranno non esiste

Roma, 18 apr. (TMNews) - Era nell'aria. Dopo giorni e giorni di toni al rialzo contro i giudici, Silvio Berlusconi si aspettava un intervento di Giorgio Napolitano. Glielo avevano detto le colombe, in primis Gianni Letta, che il Colle non avrebbe potuto tacere di fronte ad attacchi così duri contro la magistratura. Sarà anche per questo che il premier non si è stupito più di tanto del monito del presidente della Repubblica che, prendendo spunto da quella che considera la "ignobile offesa" dei manifesti sulle Br nelle procure, ha lanciato una dura reprimenda su uno scontro, quello sulla giustizia, che a suo parere è arrivato "al limite della degenerazione".
Non per questo ad Arcore non si è respirata irritazione, anche se, come accade ormai sempre, l'ordine di scuderia agli uomini del partito è stato quello di tenere i toni bassi: nessun commento ufficiale. Ma in privato Berlusconi è tornato a lamentarsi di un capo dello Stato costantemente schierato dall'altra parte e che mai una volta - avrebbe argomentato - ha fatto un intervento per difenderlo dalla montagna di fango che - è il suo mantra - gli viene gettato addosso da 17 anni. Chi cerca di tenere i rapporti con il Colle sotto il livello di guardia, ha fatto capire al premier che al Quirinale non bastano le prese di distanza dei vertici del partito da quei manifesti, se poi è lo stesso capo del governo a parlare - espressione mai smentita - di 'brigatismo giudiziario'. Berlusconi, tuttavia, non sembra intenzionato a cambiare registro in questa campagna elettorale che - come da copione - ha impostato sul binario del 'o con me o contro di me e quindi con i giudici'.
Per questo continua a ribadire che intende andare avanti su tutto il portfolio di leggi in materia di giustizia (processo breve, riforma costituzionale e intercettazioni). Il premier considera una vittoria alle amministrative la miglior risposta su tutti i fronti: su quello interno del correntismo Pdl e della corsa al post, su quello del rapporto con il Colle e con Fini, ma anche dell'equilibrio con la Lega che minaccia di far saltare il governo se le elezioni non dovessero andare per il verso giusto. E per questo - viene spiegato - ha dato al voto locale una valenza "politica". Il Cavaliere vuole dimostrare di essere ancora in sella e, soprattutto, indispensabile. Gli occhi sono puntati su Napoli, ma ancor di più su Milano, dove i sondaggi vedono la Moratti intorno al 42% e quindi proiettata verso il ballotaggio.

"Bisogna vincere a tutti i costi" ha ribadito Berlusconi ai suoi in questi giorni. In settimana, vista anche l'imminente Pasqua, non si dovrebbe tenere nemmeno il Consiglio dei ministri: agli esponenti del governo il Cavaliere ha detto di approfittarne per andare a fare campagna elettorale. E questo, avrebbe argomentato Berlusconi, anche per dare una 'lezione' a Fini: giocare a distruggere il Terzo polo per il Cavaliere è fondamentale in caso di ballottaggio. Il presidente della Camera, che ieri Berlusconi ha definito autore di un "patto scellerato" con i pm, ha oggi incontrato l'Anm e definito i giudici "pilastro della legalità".Ma il premier va ripetendo che il voto amministrativo dimostrerà che "Fini non esiste" e che il Fli è già "imploso".

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