sabato 12 febbraio 2011

Al DAL VERME di Milano una contromanifestazione per rispondere al «Popolo viola» «In mutande ma vivi»: Ferrara arringa i difensori del premier

«Vogliamo il Berlusconi del '94». Ostellino, Sallusti e Zanicchi sul palco. La Russa: processi a fine legislatura

MILANO - «Oggi consacriamo Milano al moralismo vero, dopo la manifestazione del Palasharp»: alcune migliaia di persone hanno partecipato sabato mattina alla manifestazione «In mutande ma vivi - Contro il neopuritanesimo ipocrita», organizzata dal direttore del Foglio a Giuliano Ferrara al Teatro Dal Verme a Milano a sostegno del presidente del Consiglio. Una sorta di contromanifestazione per rispondere al «Popolo viola» che sabato al Palasharp ha chiesto le dimissioni del Premier. Sul palco del teatro, al fianco di Ferrara, Piero Ostellino, Alessandro Sallusti e Iva Zanicchi. Dietro i relatori erano stese alcune file di mutande, per richiamare il titolo della manifestazione.

«Presidente Berlusconi sono qui per difendere lei e la nostra amicizia e collaborazione - ha detto Ferrara -. Sono qui su questo terreno delle libertà, non mollerò mai, però lei deve ascoltarci: non deve fare ai suoi avversari, che la vogliono trasformare in nemico assoluto, il favore di ridurre le sue giornate a fare l'imputato, lei deve fare il presidente del Consiglio, il leader di una maggioranza che l'ha votata per realizzare la crescita economica del Paese, per e togliere le tasse». «Vogliamo il vero Berlusconi - ha concluso Ferrara - quello del '94, quello capace di rilanciare questo Paese nel segno della libertà».


APPLAUSO ALLA SANTANCHE' - Ferrara ha chiesto un applauso per Daniela Santanchè, «che ieri è andata a molestare il Palazzo (di giustizia, ndr) che da 16 anni ha ricevuto solo adulazione facinorosa da coloro che agitavano il cappio». Il direttore del Foglio ha definito il sottosegretario Santanchè «una donna coraggiosa» che «merita il nostro affetto». E ha concluso: «Brava Daniela!»






LA RUSSA: SI CERCA DI FAR CADERE GOVERNO - «Ho risposto molto volentieri all'invito alla manifestazione», ha detto Ignazio La Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl. «Non sono mai stato un mangia-magistrati - ha aggiunto -. I processi si devono fare, non c'è nessuna pretesa di impunità, ma abbiamo chiesto che si facciano quando il presidente del Consiglio concluderà il mandato al termine della legislatura». «Non bisogna usare - ha proseguito il ministro - scorciatoie giudiziarie per far cadere il governo. Più che far rispettare la legge c'è il sospetto che si vogliano creare le condizioni per far cadere il governo», ha concluso il ministro.

OSTELLINO E LE DONNE - Piero Ostellino nel suo intervento ha risposto a chi - tra cui i suoi stessi colleghi - lo ha accusato di aver incitato, con il suo editoriale sul Corriere della Sera, le donne a prostituirsi. «Io non ho incitato nessuno, ho incitato la libertà delle donne di rispondere solo a se stesse e non a un comitato di censori come quello della repubblica giacobina», ha detto Ostellino. Sostenendo che il suo pensiero è stato distorto, l'editorialista ha aggiunto: «Il mio principio è che ciascuno di noi ha il diritto di perseguire il proprio ideale di felicità come crede, senza rispondere ad altro che alla propria coscienza e alla sola condizione di non arrecare danno ad altri. Allo stesso modo mio la pensava Immanuel Kant». Ostellino ha citato anche Benedetto Croce: «Diceva che bisogna tenere distanti l'etica dalla politica: quando uno va dal medico non gli chiede di essere onesto, ma di curarlo bene. E allora perché quando si va da un politico deve esser integerrimo?».

ZANICCHI: HO CANTATO PER I COMUNISTI - Iva Zanicchi invece ha fatto «autocritica»: «Io cantavo, non facevo politica e sono stata sempre anticomunista ma devo fare una confessione: ho approfittato di loro, ho fatto 500 feste dell'Unità e con i guadagni mi ci sono costruita una bellissima villa in Brianza vicino al presidente Berlusconi, lo confesso: ho peccato!». La Zanicchi è tornata sull'episodio della telefonata del premier alla trasmissione L'Infedele: «Quello che mi ha infastidito - ha detto - è sono diventata la bandiera della sinistra perché ho disubbidito a Berlusconi» (che la invitava a lasciare lo studio). «Io non ho disubbidito a Berlusconi - ha detto Zanicchi - ho solo preferito rimanere lì per difendere di difenderlo da quelle ingiurie tremende». «Non sono la bandiera di nessuno - ha aggiunto - tanto meno della sinistra». Quanto alla manifestazione per la dignità delle donne a Milano, la Zanicchi ha commentato: «Ancora una volta le donne vengono usate per scopi politici e questo fa schifo».

LA LISTA DI SARA GIUDICE - Alla manifestazione si è presentata anche Sara Giudice, la giovane militante del Pdl che nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé per la raccolta di firme finalizzata a chiedere le dimissioni di Nicole Minetti. La Giudice, dopo avere inutilmente tentato di consegnare le firme a Giuliano Ferrara, ha annunciato che alle prossime elezioni comunali di Milano ci sarà anche una lista civica capeggiata da lei.
12 febbraio 2011

corriere.it/Giuliano Ferrara Dal Verme

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