giovedì 3 febbraio 2011

Tremonti gela la mossa del Cavaliere: "Non ci sono nuovi impegni di spesa"

Il ministro blocca anche le richieste del Terzo polo sul federalismo. Il leader del Pdl: "È un progetto che ci serve per andare avanti e per affrontare le urne"

ROMA - Stavolta non c'è stato nemmeno bisogno di alzare la voce. Tremonti, nei quaranta minuti scarsi di faccia a faccia a Palazzo Grazioli, ha gelato gli entusiasmi del premier sulla "grande frustata al cavallo" sussurrando poche parole. Ma definitive: "Silvio, quale sia la situazione lo sai. Se non ci sono nuovi impegni di spesa per me va tutto bene, fai quello che ritieni e ti darò una mano". Se vuoi fare un po' di rumore va benissimo, questo il ragionamento, ma soldi non ce ne sono. E del resto, come gli ha spiegato Tremonti anche ieri, il compito del governo "non è quello di fare Pil, semmai di realizzare le regole più efficaci che muovano il Pil".

Insomma, non c'è niente da fare, nonostante le proteste del Cavaliere: "Giulio, su questo provvedimento mi ci gioco la faccia e ci serve anche per le elezioni". Quanto la speranza di un ammorbidimento del rigore tremontiano fosse infondata, Berlusconi aveva già potuto sperimentarlo poche ore prima. A palazzo Grazioli era infatti salito il finiano Mario Baldassarri, il cui voto è deciso per spostare gli equilibri nella commissione che oggi dovrà votare il federalismo municipale. L'economista di Fli batte e ribatte su tre modifiche al decreto, garantendo il proprio sì in caso di aperture. Il premier ascolta e annuisce, le proposte - l'emendamento sulla cedolare, l'Imo prima casa e il fondo per gli inquilini - gli sembrano tutte "dettate dal buon senso" e accoglibili. "Meglio però
se chiamiamo Tremonti e sentiamo cosa ne pensa lui", conclude prudentemente il premier. Che tosto si fa passare l'interessato al telefono. La risposta del ministro dell'Economia, dopo qualche momento di imbarazzato silenzio, lascia di stucco il Cavaliere. "Ma siete matti? Questi emendamenti ci costerebbero miliardi di euro! Mi dispiace, non se ne parla". Clic.

Cosa resta del piano Berlusconi? Al ministero dell'Economia giurano che resta tutto in piedi, che le cose che vuole il presidente del Consiglio si faranno. Ma nel senso che si tratta di provvedimenti già approvati, detti e ridetti. "Senza alcun nuovo impegno di spesa", appunto. Il piano Casa è quello già approvato, non ci sono novità. L'intenzione del premier è varare delle linee guida per indicare alle regioni la strada da percorrere. Una pressing sui governatori - che saranno convocati a palazzo Chigi - per dare attuazione a quanto stabilito. Il piano Sud è già stato varato a novembre 2010 dal Cipe. Da allora ci sta lavorando il ministro Raffaele Fitto, che anche in questi giorni prosegue nei suoi incontri per monitorare tutte le risorse disponibili. Con lo sblocco dei piani regionali relativi ai fondi Fas si arriva intorno ai 24 miliardi. Aggiungendo i fondi strutturali europei si toccherebbe quota 100 miliardi. Infine l'articolo 41 della Costituzione, quella sorta di passe-partout per la libera impresa. Tremonti non ha detto no, avendolo annunciato egli stesso per primo e avendone scritto 13 anni fa nel libro "lo Stato criminogeno". Non proprio una primizia, dunque.

Così il governo si avvia martedì a rimettere sul tavolo le stesse carte già uscite dal mazzo. Un'operazione che serve a coprire mediaticamente "la botta" in arrivo dalla procura di Milano, con la richiesta di processo immediato. Una decisione che verrà presa probabilmente martedì, lo stesso giorno del Consiglio dei ministri. Inoltre il piano Sud per Berlusconi dovrà fare da "contraltare" politico al federalismo imposto dalla Lega, raddrizzando l'immagine di un governo che non si occupa del Mezzogiorno. E non a caso ieri il Cavaliere ha discusso a lungo dei provvedimenti per il Sud con il siciliano Saverio Romano, leader del Pid, in predicato per entrare nel governo.

Con queste munizioni nel caricatore il premier si appresta a difendersi nel fortino di palazzo Chigi, in attesa degli sviluppi giudiziari. "State tranquilli - ha detto ai deputati che lo sono andati a trovare ieri - perché io resterò al governo per altri due anni e quattro mesi. Questa ondata di fango non mi ferma". Puntando all'allargamento della maggioranza, il Cavaliere pensa anche ai nuovi sottosegretari. L'ultima trovata è di crearne uno nuovo di zecca, "per l'emergenza rifiuti in Italia": il sottosegretario alla munnezza. Intanto lo stesso Berlusconi ha svelato chi sarà nominato tra gli 11. Due sera fa, a una festa, ha incoronato Anna Maria Bernini: "Anna, vieni e cantaci una canzone. Dobbiamo festeggiare il tuo ingresso al governo".   (03 febbraio 2011)

repubblica.it/

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