giovedì 3 febbraio 2011

Bersani: "Berlusconi bugiardo: la patrimoniale è nel federalismo"

Il segretario del Pd replica all'intervista al Tg1 del premier, che attribuisce a "vecchie forze" della politica l'idea dell'imposta sugli immobili. Opposizione dura anche sulla "piena condivisione" da parte del leader Pdl dell'invito di Napolitano a rompere la spirale anti-istituzionale: "E' ipocrita"

ROMA - La linea "morbida" di Silvio Berlusconi prosegue oggi con la "piena condivisione" dell'appello del capo dello Stato 1 a rompere la "spirale insostenibile" dello scontro, ma si arena in serata con un'intervista al Tg1 che addossa i mali economici del Paese a "vecchie forze" della politica italiana, a cui il premier attribuisce il progetto della patrimoniale sugli immobili. Ai due tempi della odierna rappresentazione del premier seguono i due tempi della reazione. E al Tg2 risponde Bersani: "Bugiardo, è lui che vuole la patrimoniale".
Il sostegno all'invito di Napolitano a dire basta alle "prove di forza da cui può soltanto uscire ostacolato ogni processo di riforma" è per Berlusconi 2 "esente da ogni strumentalismo". E' esattamente il contrario per Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd. "Il presidente del consiglio - sottolinea - butta ogni giorno litri di benzina sul fuoco: dal processo breve agli attacchi ai magistrati, allo scontro istituzionale e poi finge ipocritamente di accogliere le parole sagge del presidente della repubblica. Abbiamo detto e ripetuto che il contributo che Berlusconi può dare al paese è dimettersi da presidente del Consiglio".

"Senza ritegno". La sentenza di Anna Finocchiaro, omologa di Franceschini al Senato che si chiede: "Com'è possibile leggere la nota del Presidente del Consiglio di commento alle parole del Capo dello Stato e non trasalire? Se c'è qualcuno che in questi mesi ha acuito tensioni politiche e istituzionali, ha ignorato i continui appelli del Capo dello Stato alla moderazione e al confronto sui problemi reali del Paese è proprio il capo del governo. L'unico contributo che il premier può dare al bene del Paese quello delle sue dimissioni".

Attendista il vicecapogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova: "Napolitano ha chiesto di abbassare i toni, questo è un fatto positivo. Berlusconi ha detto che lo farà, i buoni propositi vanno bene. Bisogna vedere come si praticano questi buoni propositi, l'impegno è positivo e c'è da augurarsi che verrà messo in pratica nelle ore, nei giorni e nei mesi...".

In serata, il premier appare al Tg1 per un'intervista-monologo in cui ribadisce il proposito di una "scossa" all'economia con un pacchetto di misure per la crescita, partendo dalla riforma dell'articolo 41 della Costituzione, da portare alla discussione del prossimo Consiglio dei ministri. Al Tg2 la secca replica di Bersani: "Berlusconi è un mentitore - accusa il segretario del Pd -. Noi siamo contro la patrimoniale, abbiamo un'altra strategia fiscale. Lui sta mettendo una patrimoniale con le norme sul federalismo, e la sta mettendo alle piccole imprese". "La scossa la daremo - conclude il leader Pd - quando se ne andrà il premier".

Caustico Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. "Mi auguravo che Berlusconi tenesse un contegno di serietà istituzionale per almeno 24 ore, dopo la sua espressione di buoni propositi a commento delle parole del capo dello Stato. Purtroppo sono stato troppo ottimista: il premier ha retto solo cinque ore, fino all'intervista del Tg1, in cui ha riversato i soliti insulti verso l'opposizione. Certo, questo suo procedere a zig-zag incomincia ad essere davvero preoccupante".

Dall'opposizione è polemica anche contro le modalità dell'intervista al Tg1, priva di un vero contraddittorio.  "Dopo quest'ennesima ferita all'informazione e alla sua correttezza con l'intervista-comizio di Berlusconi al Tg1, le cose devono cambiare - dichiara Vincenzo Vita, componente Pd in Commissione vigilanza Rai -. Qualcuno se ne vada: o il direttore del Tg1 o, se nessuno batte un colpo, il direttore generale Masi".

"Il Tg1 trasformato in TgSilvio, siamo veramente oltre i confini della vergogna" denuncia il senatore Pancho Pardi, capogruppo di Idv in Commissione di vigilanza Rai. "Non contento di telefonare ovunque - aggiunge - il premier ha preteso da Minzolini una ridicola non intervista e Minzolini è ovviamente subito scattato sull'attenti. Il direttorissimo si dovrebbe dimettere subito, ma non lo farà. Intanto chiediamo ai vertici Rai e all'Agcom di battere un colpo per restituire un minimo di credibilità al principale telegiornale del servizio pubblico".
 (02 febbraio 2011)

repubblica.it/politica

Nessun commento:

Posta un commento