giovedì 10 febbraio 2011

Riforma degli incentivi, sì del governo. Modificati 3 articoli della Costituzione

In Cdm il piano per l'economia. Berlusconi: "Si apre nuova fase" Il Pd: scossa? Neanche solletico. Confindustria: giudizio sospeso

ROMA
Il governo apre «una nuova fase»
che avrà come obiettivo la crescita e lo sviluppo: così il premier Silvio Berlusconi ha presentato oggi, con i ministri schierati quasi al completo, il pacchetto di misure per il rilancio dell’economia. Cambieranno tre articoli della Costituzione e parte una riforma degli incentivi.

«Siamo sicuri che ci saranno dei positivi sviluppi - ha sottolineato il premier - per tutta la nostra economia». Si punta dunque per il 2011 ad una crescita del prodotto interno lordo dell’1,5%. «Pensiamo che sia il minimo e andremo a migliorare la previsione», ha assicurato Berlusconi. Rilancio anche per il Sud e per il piano casa, mentre non va in porto il ddl concorrenza, che tra l’altro prevedeva la riforma della rete dei carburanti per la quale i benzinai minacciano lo sciopero.

Certo tutte misure a costo zero, come ha fermamente chiesto - secondo quanto si apprende - anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, a tutti i suoi colleghi che hanno vissuto il diktat con malumore. Risultato: per ulteriori approfondimenti sarebbe stato rinviato l’esame del ddl concorrenza. Ma aspre critiche arrivano dall’opposizione e soprattutto dagli imprenditori. Il leader del Pd Pierluigi Bersani parla di «un’operazione di distrazione». Non è del tutto positivo neanche il giudizio del presidente degli industriali Emma Marcegaglia per la quale l’impatto immediato delle misure «è piuttosto limitato»: «Per essere onesti - ha spiegato - non è che la crescita la fai con un Cdm». Critiche anche le associazioni riunite in Rete Imprese Italia secondo i quali la scossa non basta e deve esserci «un impegno a più alto voltaggio e a corrente costante».

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti - prima di lasciare la conferenza stampa per il suo viaggio in seconda classe verso il Sud, con Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti - sottolinea che l’Italia «arriverà all’appuntamento europeo con le carte in regola, il resto sono solo polemiche». Parla di «esperti e scienziati» che animano il dibattito interno e sottolinea che il Paese deve guardare al «sostegno di enti internazionali come Fmi, Ocse e Commissione europea, le sedi che contano». Pezzo forte del piano di rilancio, ma con i tempi e le procedure che ci vogliono per l’approvazione di un disegno di legge costituzionale, è la modifica della Carta. Il principio «cardine» del nuovo articolo 41, come dice lo stesso premier, è che sarà «permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge». Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi parla di «riforma storica». Cambierà anche l’articolo 97 che introdurrà il «merito» nella pubblica amministrazione e inoltre nel nuovo articolo 118 Stato ed enti locali sono chiamati a «garantire» l’autonoma iniziativa dei cittadini sulla base del principio di sussidiarietà.

Passa anche, in via preliminare perchè il decreto legislativo dovrà comunque tornare in cdm, la riforma degli incentivi. Crediti di imposta e voucher, attenzione per le pmi e il Sud: queste le direttrici portanti delle novità che dovrebbero entrare in vigore però solo dal prossimo anno. Sul piano casa Calderoli annuncia un decreto legge, che potrebbe essere approvato in uno dei prossimi cdm, per «togliere gli ostacoli burocratici» almeno a livello statale. Sul piano Sud si conferma l’impianto di novembre e il ministro Raffaele Fitto indica il 30 aprile la data entro cui il pacchetto di provvedimenti di attuazione sarà avviato. Arriva dunque il rilancio, dice il governo, dopo la fase di rigore che è stata «apprezzata dalle istituzioni internazionali e dalle agenzie di rating», ricorda Berlusconi aggiungendo che resta «condizione essenziale la stabilità di governo» per mantenere questa credibilità a livello internazionale.

Il piano non piace all’opposizione e incontra le critiche anche di chi non vede, di fatto, nessuna misura concreta. Bersani fa notare che «per dare una scossa all’economia serve qualcosa che metta mano all’economia reale: una manovra economica, una manovra fiscale e un certo numero di riforme per la crescita». Anche per la Cgil si tratta solo di «annunci - dice il segretario generale Susanna Camusso - e anche un pò vecchi, li avevamo sentiti tutti». Confindustria «sospende» il giudizio, vede una crescita sotto l’,5% indicato da Berlusconi ma promuove le novità sull’articolo 41: definisce la misura «simbolica ma importante». Per Giorgio Guerrini di Rete Imprese Italia «servono misure immediatamente e concretamente spendibili dalle imprese», altrimenti la riforma, dice, resta «una bella cornice vuota»
9 febbraio 2011

Nessun commento:

Posta un commento