giovedì 10 febbraio 2011

Intercettazioni, spunta ipotesi decreto

La proposta di Berlusconi al Pdl. Le opposizioni: sono allo sbando

ROMA
In Parlamento la
«maggioranza aumenta di votazione in votazione», dice Silvio Berlusconi: nel Pdl si conta di avere 7 deputati in più già nelle prossime settimane, provenienti - riferiscono fonti parlamentari di via dell’Umiltà - dal Gruppo misto, da Fli ma anche dal centrosinistra. Inoltre, sottolineano le stesse fonti, è in dirittura d’arrivo la costituzione di un gruppo di responsabili anche al Senato.

Dunque il Cavaliere si sente al sicuro sia alla Camera che al Senato. È per questo che questa sera ha invitato i suoi a mobilitarsi in ogni sede per respingere definitivamente l’attacco giudiziario che va avanti dal ’94. Durante l’ufficio di presidenza si è parlato della possibilità di una risoluzione da far votare in Aula, ma anche dell’eventualità di denunciare l’azione dei Pm perchè attentano agli organi costituzionali. Nessuna decisione è stata ufficializzata alla riunione, se non un documento politico in cui si sottilinea che i pm di Milano rappresentano un’avanguardia rivoluzionaria. Ma allo studio ci sono diverse ipotesi per fronteggiare l’azione della procura milanese: a partire da un decreto legge per frenare l’abuso delle intercettazioni.

Berlusconi al termine dell’ufficio di presidenza ha spiegato di voler sottoporre il testo di un decreto legge sulle intercettazioni al Capo dello Stato. Nella riunione c’è stato chi, come Alfredo Mantovano, ha invitato a partire dal provvedimento firmato dall’allora Guardasigilli Mastella, ma molti hanno rimarcato la necessità di un intervento più forte. Il premier quindi parlerà del "caso Ruby" con il Capo dello Stato, ma il Quirinale si è affrettato a precisare che non è previsto alcun incontro. Il presidente del Consiglio già questa mattina aveva annunciato l’intenzione di intentare una causa allo Stato «visto che i magistrati non pagano mai». Concetto che, riferiscono fonti parlamentari, avrebbe provocato non poco disagio in alcune cariche istituzionali. Berlusconi poi ha ribadito lo stesso ragionamento anche in serata ai dirigenti del Pdl, invitati alla mobilitazione contro i pm. Ci sarnno quindi iniziative a favore della democrazia e contro quei giudici «che vogliono decidere chi governa» e dare una spallata a Silvio Berlusconi.

Per il Pd Berlusconi «è allo sbando, vede nemici ovunque e ripropone un intervento perché vuole nascondere agli italiani la verità. «Fare un decreto legge per bloccare il lavoro dei magistrati che stanno indagando su Berlusconi equivale ad una dichiarazione di guerra», afferma il leader di Idv, Antonio Di Pietro. Una questione che «facendo le debite proporzioni, sta sullo stesso piano di quanto sta succedendo in Egitto e potrebbe provocare una rivolta simile. Anche in Italia, infatti, cominciano a mancare le condizioni minime di democrazia», osserva. «Ci appelliamo, pertanto, al presidente della Repubblica affinchè, con il senso di responsabilità che lo contraddistingue, possa bloccare per tempo questo ennesimo tentativo di calpestare la Costituzione, le istituzioni e il Parlamento», conclude Di Pietro.
9 febbraio 2011

lastampa.it/

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