Beppe Pisanu |
Il "codice" di autoregolamentazione stabilito dalla commissione antimafia e' stato violato, nelle ultime amministrative, 45 volte. Le violazioni riguardano 11 candidati eletti e 32 non eletti.
I dati, tuttavia, risentono del carattere "disomogeneo" su cui la commissione guidata da Beppe Pisanu ha potuto lavorare.
Questo il risultato, illustrato stasera da Pisanu alla commissione antimafia chiamata a valutare la bozza di relazione sull'ampio lavoro di analisi delle candidature e degli eletti alla ultima tornata amministrativa.
Dato non indicativo del fenomeno reale-
Si "puo' cogliere una notevole sproporzione tra il numero delle violazioni al Codice di Autoregolamentazione e la dimensione del rapporto mafia-politica che riusciamo a percepire attraverso l'esperienza della nostra Commissione e le stesse cronache quotidiane".
"E allora dinnanzi alle pur significative 45 violazioni del Codice antimafia, forse possiamo dire che esse non costituiscono un buon indicatore di mafiosita'; e conoscendo tante altre cose, possiamo aggiungere che se si sono 'inabissate' le cosche si sono anche 'inabissate' le loro relazioni con i mondi della politica e degli affari".
E Pisanu fa un invito all'Antimafia: "In questi 'abissi', non certo inesplorabili, possiamo e dobbiamo entrare se davvero vogliamo colpire in profondita' il crimine organizzato".
Candidati si offrono ai boss-
In Italia vi sono "candidati che si offrono ai boss mafiosi in cambio del loro sostegno elettorale". Si tratta, afferma Pisanu, di uno "spettacolo non certo inconsueto", rivelato da "vicende giudiziarie anche recenti".
Il Codice di autoregolamentazione diventi legge-
Il presidente della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu, concludendo la sua relazione sull'indagine sull'applicazione del Codice di autodisciplina per le candidature alle elezioni amministrative e regionali del 2010 ha suggerito che tale codice possa diventare legge.
"Dovremo riflettere attentamente sulla possibilità di correggere e rendere ben più efficiente il Codice di Autodisciplina come strumento di prevenzione - ha spiegato Pisanu -. In questa ottica potremo anche esaminare la possibilità di stabilizzarlo attraverso una proposta di legge che, ovviamente, dovrebbe risolvere i delicati problemi di costituzionalità che si pongono in ordine al diritto di voto o, più precisamente, all'esercizio dell'elettorato attivo e passivo".
Scarsa collaborazione dei Prefetti del centro-nord-
Beppe Pisanu ha ribadito che dalle prefetture del Centro Nord c'è stata scarsa collaborazione con il lavoro della commissione Antimafia che ha svolto un'indagine sui rapporti tra mafia e politica nelle elezioni amministrative del 2010: "Devo sottolineare la tendenzialità e la non assoluta compiutezza dei dati, viziati sia dal fatto, come ho già detto, che le Regioni del Sud sono state esplorate più intensamente, sia dal fatto che spesso le prefetture del Centro-Nord sono state meno collaborative delle altre".
"45 violazioni del codice di autoregolamentazione su decine di migliaia di candidati alle elezioni del 2010 sembrano poca cosa. Lo sono, per esempio, rispetto ai 60 fatti di mafia che le cronache ci hanno rivelato tra il 1° gennaio 2009 e il 31 gennaio 2011: mi riferisco ad arresti e condanne di politici, a indagini su infiltrazioni nelle amministrazioni locali e negli appalti pubblici, a scioglimenti di consigli comunali, ad altre denunce documentate di intrecci mafia-affari politica... fatti, tutti questi, che nel loro insieme ci rivelano il continuo espandersi dal Sud al Nord Italia di quella 'zona grigia' dove la politica incontra le cosche e a queste si piega".
Dato non indicativo del fenomeno reale-
"Nonostante la gran quantità del materiale di indagine e tanto encomiabile lavoro - lamenta quindi Pisanu -, i dati conclusivi risultano non esaurienti e non adeguatamente rappresentativi" e ricorda poi che "di fronte alla permanente riottosità di alcune Prefetture ho personalmente sollecitato il Ministro dell'Interno Maroni, il quale ha manifestato la sua totale disponibilità a collaborare con la Commissione. Non solo, ma lo stesso Ministero dell'Interno il 13 ottobre scorso, si è fatto carico di trasmettere direttamente alle Prefetture ancora totalmente o parzialmente inadempienti le richieste di completamento delle informazioni. Tuttavia - conclude il presidente dell'Antimafia -talune hanno risposto compiutamente mentre altre hanno trasmesso solo dati relativi all'art. 58 T.U.E.L. sui candidati eletti, invocando ancora, in qualche caso, l'inesistente violazione della normativa sulla protezione dei dati personali".
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