martedì 8 febbraio 2011

Incentivi per l'economia dal 2012. La bozza al Consiglio dei ministri

I soldi del Cipe confluiranno nel "Fondo unico per gli incentivi". Le risorse destinate per l'85 % alle regioni del Mezzogiorno e per il 15 % alle regioni del Centro nord. Il 50 % sarà comunque destinato alle piccole e medie imprese

Paolo Romani
ROMA - La riforma degli incentivi per il sistema produttivo che il governo ha messo a punto per rilanciare l'economia scatterà dal primo gennaio 2012. Lo si legge nella bozza di 22 articoli che domani arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri.

La riforma prevede il ricorso a "meccanismi automatici di agevolazione, con particolare riferimento all'utilizzo di procedure di fruizione dell'aiuto mediante buoni o voucher" per le Pmi. Alle Piccole e medie imprese dovrà essere destinata "una quota di risorse non inferiore al 50% del complesso delle risorse disponibili".

A partire dal 2012, al Fondo unico per gli incentivi confluiranno le risorse attualmente "finalizzate al superamento degli squilibri economici e sociali che sono assegnate dal Cipe" per "essere destinate a interventi statali di aiuto alle imprese e di sostegno del sistema produttivo". Tali risorse sono destinate per "l'85% alle Regioni del Mezzogiorno e per il 15% alle Regioni del Centro-Nord".

Nella bozza si parla anche di un "taglio" di un terzo delle leggi che riguardano l'imprenditoria. Scenderanno dalle attuali 100 a circa 70 le leggi che li riguardano, con un taglio di un terzo del totale. Prevista anche una semplificazione delle categorie di incentivo. Saranno tre: quelli automatici (credito di imposta), quelli con bando e quelli negoziali, che saranno rivolti alle grandi imprese. Saranno semplificate anche le procedure per l'erogazione, con minori adempimenti per le imprese che chiedono l'accesso agli incentivi. Nel Ddl è prevista anche una diversa modalità per la deduzione dell'Irap dalle imposte dei redditi, che sarà differenziata tenendo conto del costo del lavoro. L'obiettivo è quello di rimodulare la deduzione attraverso una delega al Governo, che possa avere anche effetto retroattivo, tenendo conto del costo del personale che ha concorso alla formazione della base imponibile.

E già arrivano le prime critiche. "Mano mano che si avvicina il giorno del Consiglio dei ministri, la scossa che il governo ha annunciato diventa sempre più flebile e poco credibile". Lo afferma francesco boccia, coordinatore della commissioni economiche del gruppo Pd della Camera.

"Oggi - continua Boccia - scopriamo che si tratterà delle già diffuse modifiche costituzionali, inutili e mai reclamate dalle imprese (nessuno crede veramente che possano scuotere alcunchè), da un riordino degli incentivi alle imprese con la trovata dei voucher alla Pmi che, se tutto va bene, avrà la stessa sorte della social card, e una legge sulla concorrenza contenuta in una vecchia delega in scadenza, ma che il governo si è già premurato di prorogare con un emendamento al decreto in discussione al Senato. Non si può andare avanti con i giochi di prestigio: le scosse all'economia si danno con interventi fiscali forti, il Pd ha presentato proposte precise. Si discuta di questo in Parlamento. Altre soluzioni sono soltanto un escamotage per il tirare a campare di un governo non più in grado di prendere iniziative utili al paese".
  (08 febbraio 2011)

repubblica.it/economia

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