Secondo il ministro, la Corte europea dei diritti dell'uomo potrebbe essere chiamata a tutelare il premier.
E risponde alla reazione offesa del presidente De Siervo: "Massimo rispetto, ma spazio a critica politica su decisioni della Corte costituzionale". Il Pd: "Berlusconi vuole uccidere la libertà". Smentita dal Pdl l'ipotesi di un decreto sulle intercettazioni. Allarme effrazioni alla procura di Milano
ROMA - Il governo potrebbe decidere di presentare un esposto alla Corte europea dei diritti dell'uomo denunciando la presunta violazione della privacy di Silvio Berlusconi da parte dei magistrati milanesi titolari dell'inchiesta. A spiegarlo è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini, ricordando che "c'è una giurisprudenza molto ricca in materia". Una causa che, ha precisato il ministro, non sarebbe "un rimedio straordinario" perché "quando un cittadino si sente danneggiato ha diritto a rivolgersi al giudice competente per ottenere tutela". Precisando poi questa possibilità il responsabile della Farnesina ha chiarito che nelle vicende che vedono coinvolto il premier, "c'è una violazione della privacy che può essere portata non solo davanti a un tribunale italiano, ma credo anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo". L'idea di procedere contro la procura milanese per via giudiziaria non sembra però convincere tutto il governo. "Fatemi qualche domanda interessante", ha replicato ad esempio il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ai giornalisti che gli chiedevano un commento sull'annuncio fatto ieri da Silvio Berlusconi di voler fare causa allo Stato.
Il ministro torna poi sulla polemica con la Corte costituzionale, dopo che il presidente De Siervo si era detto offeso dalle accuse di partigianeria 1espresse contro i giudici dell'alta corte. "Rispettiamo e abbiamo sempre rispettato la Corte Costituzionale, quale organismo di garanzia - ha detto Frattini - Ma abbiamo il diritto di criticare politicamente decisioni che si prestano a critica".
L'iniziativa del premier incontra inoltre l'ironia dell'opposizione. "Boutade per boutade: se il presidente del Consiglio intende far causa allo Stato, dopo che la procura di Milano ne ha chiesto il giudizio immediato, allora anche cittadini hanno diritto di fargli causa", dice Nino Lo Presti, parlamentare di Futuro e libertà . "Il motivo? Il capo del governo - spiega - con la sua condotta, sta provocando danni all'immagine dell'Italia".
Niente ironia, ma toni invece allarmati da parte del Pd. "A differenza di Berlusconi credo che questo Paese non debba avere il timore di alcuna sede di giustizia - ha spiegato la presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro - Il problema è che Berlusconi viole uccidere le libertà dell'Italia per salvare esclusivamente se stesso", il premier "vuole sacrificare sull'altare di se stesso dei propri processi la funzionalità della giustizia, la lotta alla criminalità, la sicurezza dei cittadini". Il presidente dei deputati del Pd Enrico Franceschini rincara la dose. "Fa ridere i polli una denuncia o una causa contro lo Stato per attentati contro i ruoli del presidnte del Consiglio, fosse così, qualsiasi iniziativa, della magistratura e poi della stampa, non si potrebbe fare perché sarebbe un atto contro lo Stato. E' una stupidaggine che non sta né in cielo né in terra".
Per il momento a preoccupare la procura di Milano più che le possibili iniziative legali del premier sembra essere piuttosto il pericolo di effrazioni negli uffici. Nel giro di pochi mesi almeno due porte di ingresso dei giudici per le indagini preliminari sono state infatti 'manomesse' e recano segni evidenti, all'altezza della serratura, di manomissioni. E' accaduto nell'estate alla presidente dei gip, Laura Manfrin, poi a Cristina Di Censo, il giudice del caso Ruby, e recentemente nell'ufficio di un terzo giudice, Federica Centonze, che ha rilevato una forzatura evidente della sua porta. Dai rilievi effettuati poco dopo le 20 dello stesso giorno è emerso che nessun fascicolo è stato asportato dall'ufficio. Ma anche ieri pomeriggio in servizio a palazzo di Giustizia hanno effettuato nuovi rilievi all'ufficio del giudice e alla porta a fianco, la stanza 41 bis.
Quanto basta perché il presidente aggiunto dell'ufficio, Claudio Castelli, abbia mandato un mail a tutti i giudici invitandoli a prestare grande attenzione ai loro uffici dopo "i fatti gravi" registrati in pochi mesi e in periodo in cui l'intero ufficio è esposto per "l'evidente delicatezza dei procedimenti pendenti".
Intanto il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha smentito che l'ufficio di presidenza del partito, riunito ieri a Palazzo Grazioli, abbia preso in esame la possibilità di varare un decreto legge per limitare il ricorso alle intercettazioni telefoniche da parte dei pubblici ministeri. "C'è stato un equivoco: non mi risulta che ci sia alcuna iniziativa per un decreto e tanto meno da presentare al Presidente della Repubblica. Casomai, come ha ricordato l'onorevole Leone c'è un disegno di legge che è in stato avanzato dei lavori parlamentari", ha puntualizzato Cicchitto.
(10 febbraio 2011)
repubblica.it/
Nessun commento:
Posta un commento