martedì 1 febbraio 2011

Dopo l'attacco alla Boccassini perquisito il Giornale

Inquisito Brigandì, consigliere laico della Lega. Avrebbe passato alla cronista atti del Csm.

Perquisizioni in corso da stamattina nella sede del Giornale e nell'abitazione della cronista del quotidiano Anna Maria Greco , autrice dell'articolo su Ilda Boccassini e i suoi passati amori, sbattuto in prima pagina dal giornale della famiglia Berlusconi.

A disporle sarebbe stata, secondo quanto denuncia la direzione del quotidiano stesso in una nota, il pubblico ministero Silvia Sereni. Provvedimento disposto per la presunta violazione dell'articolo 323 del codice penale, quello relativo all'abuso d'ufficio. Per Il Giornale il motivo sarebbe un articolo sul procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassioni dal titolo "La doppia morale di Bocassini" in cui si ricordava come nel 1982 il magistrato fu "sorpresa in atteggiamenti amorosi" con un giornalista di Lotta Continua. "Davanti al Csm - riferiva l'articolo - si difese come paladina della privacy. E fu assolta. Ora fruga nelle feste di Arcore - si sottolineava - ma allora parlò di 'tutela della sfera personale'".

La storia
Si fa sempre più duro e lacerante lo scontro tra potere politici e giudiziario in Italia. Alle continue accuse di Berlusconi e della sua maggioranza nei confronti della magistratura oggi risponde il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini: “Non esiste alcun Paese al mondo in cui il governo dice non potete farmi il processo, dovete lasciarmi governare. Accade solo nelle dittature”. Lo ha detto ai microfoni del programma “Tutta la città ne parla” di Radio3Rai. Il riferimento agli “attacchi” ai magistrati milanesi impegnati nell’inchiesta sul caso Ruby, bollati come una “barbarie” è evidente.

Berlusconi: "Respingeremo quest'offensiva"
Ma in serata arriva anche la replica del premier Silvio Berlusconi che dice: "L'unica cosa che unisce gli ex comunisti e gli ex fascisti è far fuori Berlusconi, e danneggiare l'Italia col soccorso rosso delle toghe politicizzate, pronte a intervenire ogni volta che la situazione lo richieda. Ebbene, ancora una volta questa offensiva è stata e sarà respinta".

"Io non fuggo dai magistrati"
Poi dice: "Sia chiaro che io non ho alcun timore di farmi giudicare. Davanti ai magistrati non sono mai fuggito, e la montagna di fango delle accuse più grottesche e inverosimili in 17 anni di persecuzione giudiziaria non ha partorito nemmeno un topolino: i mille magistrati che si sono occupati ossessivamente di me e della mia vita non hanno trovato uno straccio di prova che abbia retto all'esame dei tribunali". 
E ancora: "Io ho diritto, come ogni altro cittadino, di presentarmi di fronte al mio giudice naturale, che non è la procura di Milano, ma il giudice assegnatomi dalla Costituzione, cioè il Tribunale dei Ministri. Che non è un tribunale speciale fatto apposta per me, ma è composto da giudici scelti per sorteggio. E avendo la coscienza totalmente tranquilla, lo farò appena sarà stata ristabilita una situazione di correttezza giudiziaria".

"I procedimenti dovrebbero andare avanti"
“La politica – ha osservato il numero due del sindacato delle toghe – deve fare le sue scelte. Il popolo italiano deve decidere se sulla base di quello che emerge vuole avere come capo del governo Silvio Berlusconi o no, non c’è collegamento tra i procedimenti giudiziari e le scelte politiche. Gli elementi che abbiamo a disposizione dovrebbero essere sufficienti per assumere scelte di natura politica e morale e far fare il suo corso ai procedimenti”.

"La politica delega alla magistratura"
“Quello che non funziona in Italia – ha insistito Cascini – è il meccanismo di responsabilità della politica. La politica non è in grado di assumere decisioni su quanto accade, di esprimere un giudizio politico, morale e civile, delega alla magistratura, dicendo di voler aspettare le sentenze, e poi aggredisce la magistratura dicendo che quelle sentenze devono essere scritte secondo le disposizioni di chi comanda”.

"Il governo non fa nulla per la giustizia"
“Il vero problema della giustizia adesso è questo, mi spiace per il signor Silvio Berlusconi e per il suo fastidio per essere sottoposto a un procedimento, il problema non è un processo ma milioni di processi che non riescono ad arrivare a sentenza perché il governo non fa nulla”, ha concluso il segretario dell’Anm.

Il giornale contro la Boccassini
Sale la tensione nel caso Ruby e arrivano gli attacchi alla magistratura. Se questa mattina era stato "Il Giornale" di Sallusti ad attaccare la Pm di Milano, Ilda Boccassini; in serata arrivano minacce al presidente dell'Anm, Luca Palamara (sotto in foto).
"Sta per arrivare la vostra ora": si legge nel messaggio minatorio inviato tramite posta elettronica.
La minaccia arriva subito dopo la nota scritta dall'Associazione nazionale magistrati in cui si difendeva l'operato della Boccassini contro Il Giornale.
"Questa barbarie non ci intimidirà, non arretreremo di un millimetro": faceva sapere l'Anm. E Palamara aggiungeva: "Il metodo mesiano (il riferimento è al giudice civile che impose alla Fininvest un mega risarcimento nella causa Imi-Sir, ndr) non ci intimidisce. Come Anm esprimiamo solidarietà ai colleghi di Milano e alla Boccassini la cui unica colpevolezza è quella di applicare la legge".

Bruti Liberati a fianco della Boccassini
Anche il Procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, è sceso al fianco della Boccassini.
"Gli attacchi personali si qualificano da soli": ha dichiarato riferendosi all'articolo de Il Giornale.
E a proposito del caso Ruby, nell'esprimere apprezzamento al pm titolare del'inchiesta, sottolinea: "Le campagne di denigrazione e l'attacco personale si qualificano da soli".

Il Giornale torna con il metodo Boffo
La controffensiva di Berlusconi è collaudata. Contro i nemici bisogna scatenare i giornali di famiglia. E così è stato anche per i pm di Milano, che ieri, hanno inviato alla Giunta della Camera altre duecento pagine di intercettazioni piuttosto imbarazzanti per il premier. La risposta è arrivata questa mattina e il Giornale si è scatenato con il solito sistema Boffo, andando a ripescare gli amori di 30 anni fa della magistrata Ilda Boccassini.
"Verità nascoste, Amori privati della Boccassini", titola in prima pagina il quotidiano, un tempo diretto da Vittorio Feltri, e ora guidato da Alessandro Sallusti. Cambiano i direttori, ma i metodi sono sempre gli stessi.

La colpa di avere un fidanzato
"La pm finì sotto processo al Csm perché sorpresa in atteggiamenti sconvenienti con un giornalista di sinistra. Si difese invocando la privacy", scrivono i giornalisti del Giornale. "Succede molti anni fa, nel 1982", racconta Anna Maria Greco, "quando l'allora giovane sostituto alla Procura di Milano viene sottoposta a procedimento disciplinare".
Poco importa se come scrive la stessa giornalista " l'anno dopo, la Boccassini viene assolta a palazzo de' marescialli".
Già il fatto di aver subito un procedimento disciplinare, evenienza che può capitare nella vita di un magistrato, per il Giornale è una macchia intollerabile.

Ferrara o Liguori?
Per avallare la tesi delle toghe rosse, questo fidanzato viene definito un giornalista di Lotta continua. E pensare che anche Giuliano Ferrara e Paolo Liguori a quel tempo potevano essere definiti così. Magari l'ex a fiamma della Boccassini è proprio uno di loro due. Che colpo sarebbe per il premier.
 01/02/11

ilsalvagente.it/

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