giovedì 31 maggio 2012

Il terremoto in Emilia e il fracking

Il fracking, o fratturazione idraulica, è lo sfruttamento della pressione di un fluido per creare o frantumare uno strato roccioso sotterraneo.

- R.C.- 30 maggio 2012- Il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) ha rivisto a 6 (dal precedente 5.9) la magnitudo del terremoto in Emilia Romagna delle 4.04 e l’ipocentro della scossa a 5,1 km di profondità (dai precedenti 10,1). Nella stessa zona, alle 5.35 è stata registrata una replica di magnitudo 3.3 e, alle 5.44, una terza scossa di magnitudo 2.9.

Esperti ritengono che la causa della scossa sia da ricercare nelle pratiche di fracking che consiste, in pratica, in perforazioni idrauliche le quali una volta arrivate in profondità piegano e corrono parallelamente al terreno; nei buchi creati, viene pompato ad alta pressione un po’ di tutto, a seconda della ‘ricetta’ del perforatore, che, essendo segreto commerciale, non si può sapere.

La domanda che sorge spontanea è questa: il terremoto si è verificato per cause naturali o c’è altro sotto? Le cause sono da ricercare anche nelle trivellazioni e i conseguenti interessi economici condotte per la ricerca di idrocarburi?

Segnali evidenti di fracking si sono presentati ad esempio con quelle strane fuoriuscite d’acqua dal terreno prima del terremoto del 19 maggio in Emilia Romagna. Il fontanazzo aperto a Bondeno (Ferrara), con la fuoriuscita di acqua e sabbia provocata dall’aumento del livello dell’acqua di falda che ha preceduto le scosse.

Va ricordato che Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico del governo Berlusconi, ha concesso ai petrolieri americani le autorizzazioni per effettuare prospezioni ed estrazioni sul territorio italiano e la terra ha cominciato a tremare anche in zone considerate a basso rischio sismico. Il governo Monti ha ratificato ultimamente altri accordi per le prospezioni con il cartello petrolifero texano.

A chi faceva presente le problematiche e i rischi che avrebbero potuto sorgere da questo tipo di operazioni, Romani rispose “Senza energia si torna al medioevo”. Forse però non si piangerebbero i morti in Emilia.
Ma il ministro non si limitò a questo, aprì allo sfruttamento dello ‘shale gas’,  ovvero l’utilizzo di pratiche estrattive devastanti per il delicato equilibrio idrogeologico, che consiste nell’utilizzo di tecniche quali il fracking per estrarre petrolio e gas dalla frantumazione delle rocce, pratiche proibite nella maggior parte dei paesi occidentali.

Mentre in Italia si è praticamente svenduto il territorio agli interessi delle multinazionali del petrolio. Anche negli Usa, lo stato del Vermont ha vietato la pratica del fracking, ed è stato accusato di voler praticare politiche irresponsabili.

Perchè quindi il dubbio che il terremoto in Emilia Romagna può essere collegato alle pratiche di fracking, possa avere fondamento? Perchè anche nell’Ohio da più parti hanno iniziato a pensare che i terremoti avvenuti in quel paese possano essere provocati dall’ “Hydraulic fracking”. Anche le autorità dello stato di New York hanno proibito l’estrazione attraverso il fracking,  nei bacini idrografici utilizzati per l’approvvigionamento idrico delle grandi città.

Ovviamente le compagnie petrolifere stanno portando avanti una campagna per convincere il Congresso Usa sulla sicurezza del fracking, anche se centinaia di storie e testimonianze stanno inquivocabilmente lì, a dimostrare il contrario, aumento di tumori, alta radioattività, acqua inquinata da metano e adesso, forse, anche eventi sismici.

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