Le reazioni dopo l'annuncio dell'uccisione di Muammar Gheddafi.
Il premier: "Ora la guerra è finita". Fini: "Si volta pagina ma restano tante incognite". Frattini: "Grande vittoria del popolo libico". La Russa: "Pronti ad aiutare nella ricostruzione". Bossi: "Ora via i clandestini". Borghezio: "Onore a Gheddafi, 'templare di Allah'". Pannella: "Verità sulla sua morte".
Roma, 20 ott. - (Adnkronos/Ign) - "Sic transit gloria mundi". E' in latino il primo commento a caldo del premier Silvio Berlusconi dopo l'annuncio dell'uccisione di Muammar Gheddafi in Libia. "Ora la guerra è finita" aggiunge il presidente del Consiglio durante la riunione del gruppo del Pdl a Montecitorio.
Per il capo dello Stato Giorgio Napolitano "si chiude una drammatica pagina in Libia. C'e' da augurarsi che si costruisca un paese nuovo, libero e unito" sottolinea il presidente della Repubblica.
Anche per presidente della Camera Gianfranco Fini, con "la fine tragica di Gheddafi in Libia si e' davvero voltata pagina", ma, avverte, "ci sono ancora molte, molte incognite".
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parla di "grande vittoria del popolo libico". Con l'uscita di scena di Gheddafi, si potrà "costituire quel Governo libico che tutti attendiamo per andare verso elezioni democratiche. Un grande passo avanti che si e' concluso in modo tragico, perche' il dittatore ha rifiutato fino all'ultimo secondo di arrendersi alla giustizia internazionale che non lo avrebbe certamente impiccato, ma giudicato secondo le regole". Per Frattini, ora la "prima priorita'" e' "creare da subito un esercito nazionale libico fedele ai valori di liberta' e ai valori di democrazia".
Sul ruolo dell'Italia, il ministro evidenzia che esso e' stato "di supporto e ovviamente non abbiamo fatto mancare il nostro contributo. Anche sul terreno la nostra attivita' di intelligence e' stata sempre presente, non operativamente ma di supporto alle attivita' del Cnt. Questa - chiosa Frattini - e' stata una operazione del Cnt e di nessun altro".
Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, guarda subito avanti: "Aiuteremo e affiancheremo il popolo libico nel loro percorso di ricostruzione e nelle loro scelte di liberta' e democrazia nella speranza che la nostra solidarieta' acceleri questo processo". Senza l'intervento della Nato, ha sottolineato La Russa, ''ci sarebbero stati in Libia migliaia di morti sotto i colpi degli aerei di Gheddafi e chissa' quanti profughi in piu' sulle nostre coste''.
''Ci sarebbe stato anche un danno economico per l'Italia, che in parte dipende dalla Libia per l'energia. Ora -ha aggiunto- bisogna aiutare la Libia a stabilizzare la situazione e ad andare verso una transizione democratica, avviando rapporti commerciali con tutti a cominciare dall'Italia. Non c'e' alcun odio, alcun astio verso l'Italia: Jalil ha detto che il rapporto tra il popolo libico e il popolo italiano e' stato falsato da Gheddafi''.
Secco invece il commento di Umberto Bossi, secondo cui "è ora di mandare i clandestini libici a casa".
'Controcorrente' come quasi sempre, il commento dell'europarlamentare della Lega, Mario Borghezio. "La fine di Gheddafi, morto combattendo nel ridotto dei suoi ultimi fedeli, e' indubbiamente una fine gloriosa". "Sono stato uno dei pochi (forse il solo) a levare con forza la mia voce contraria per il modo in cui era stato ossequiato in Italia, non essendo certamente un nostro amico, ma cio' non mi impedisce di dichiarare oggi con altrettanta forza che gli va riconosciuto cavallerescamente 'l'onore delle armi'". Per Borghezio, il colonnello libico è stato "un grande leader, un vero rivoluzionario non confondibile con i nuovi dirigenti libici portati al potere dalle baionette della Nato e dalle multinazionali del petrolio. Onore, quindi, al 'templare di Allah'''.
Dal Partito democratico interviene il responsabile Esteri Lapo Pistelli, parlando di "epilogo tragico, purtroppo abbastanza prevedibile, della rivoluzione libica". "La caduta delle ultime sacche di resistenza lealista e la scomparsa del dittatore consegnano oggi al Consiglio Nazionale di Transizione una grande responsabilita' per l'avvio di una nuova pagina di storia. Da ora in poi sara' possibile misurare la capacita' di costruzione degli amici libici di una democrazia solida e credibile e il sostegno paziente e concreto dei Paesi vicini in questa direzione", aggiunge. "I democratici italiani esprimono inoltre il forte auspicio che la fine di Gheddafi consenta una stagione di unita' e di riconciliazione della societa' libica, un messaggio che aiuterebbe a ricucire le ferite di questa intensa stagione di conflitto e a rilanciare lo spirito della vera primavera araba", conclude Pistelli.
Marco Pannella invece chiede che sia fatta subito luce "sulla morte o l'assassinio di Gheddafi. Mi addolora il fatto che non possa piu' deporre all'Aja per un processo internazionale per rendere al mondo i suoi diritti di verita' e di conoscenza, a proposito di quella che e' forse la sua maggiore impresa criminale''. "Gheddafi -ha detto ancora Pannella- e' stato un killer, ha accettato di esserlo e si e' fatto pagare molto bene questo ruolo infame: killer per incarico di Bush e Blair, due personaggi infinitamente piu' infami di lui, perche' traditori della propria parola, della propria legge e dei propri popoli''.
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