Da Montezemolo a Confalonieri, da Marchionne a Caltagirone ecco come la nuova tassa di solidarietà spreme liquidazioni e stipendi dei big.
Quanto costerà ai super ricchi di Piazza Affari il contributo di solidarietà varato dal governo nell'ultima manovra? Non essendo disponibili le dichiarazioni dei redditi dei 40 top manager e banchieri presi in esame, il calcolo è stato effettuato sui compensi percepiti nel 2010 che risultano dai documenti di bilancio delle rispettive società (non sono dunque considerati nel calcolo altri introiti extra, consulenze, patrimonio immobiliare o eventuali plusvalenze).
LA TABELLA Quanto guadagnano e quanto pagano i super ricchi
"Partendo dallo stipendio", spiega Enrico Zanetti, direttore di Eutekne.info, centro studi su fisco e tassazione, "il contributo si applica nella misura del 3 per cento sul reddito eccedente 300 mila euro. Poiché però il contributo è a sua volta deducibile dal reddito, la parte che rimane effettivamente a carico del contribuente - in quanto non viene recuperata con la deduzione sotto forma di minore Irpef ordinaria e relative addizionali - è nella sostanza il 55 per cento. Il 45 per cento di parte deducibile è dato dal 43 dell'aliquota Irpef che si applica sui redditi superiori a 75.000 euro e da un 1,5 di addizionale regionale e comunale media".
La tassa non risparmia le maxi liquidazioni, come nel caso dell'ex numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo, che si vede portare via da Tremonti quasi 671mila euro netti. Senza dimenticare che il contributo si aggiunge al prelievo ordinario che per questi redditi è già molto consistente e che andrà avanti da qui al 2013. Non solo: se nel 2014 lo Stato ritenesse di averne ancora bisogno, sarà sufficiente un decreto ministeriale, per prorogarlo ulteriormente.
espresso.repubblica.it/tanto-ricchi-poco-contribuenti
LA TABELLA Quanto guadagnano e quanto pagano i super ricchi
"Partendo dallo stipendio", spiega Enrico Zanetti, direttore di Eutekne.info, centro studi su fisco e tassazione, "il contributo si applica nella misura del 3 per cento sul reddito eccedente 300 mila euro. Poiché però il contributo è a sua volta deducibile dal reddito, la parte che rimane effettivamente a carico del contribuente - in quanto non viene recuperata con la deduzione sotto forma di minore Irpef ordinaria e relative addizionali - è nella sostanza il 55 per cento. Il 45 per cento di parte deducibile è dato dal 43 dell'aliquota Irpef che si applica sui redditi superiori a 75.000 euro e da un 1,5 di addizionale regionale e comunale media".
La tassa non risparmia le maxi liquidazioni, come nel caso dell'ex numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo, che si vede portare via da Tremonti quasi 671mila euro netti. Senza dimenticare che il contributo si aggiunge al prelievo ordinario che per questi redditi è già molto consistente e che andrà avanti da qui al 2013. Non solo: se nel 2014 lo Stato ritenesse di averne ancora bisogno, sarà sufficiente un decreto ministeriale, per prorogarlo ulteriormente.
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