Una maratona per abolire la legge elettorale.
La scadenza è fissata per venerdì 30 settembre. Entro quel giorno, il comitato referendario deve depositare in Cassazione almeno 500 mila sottoscrizioni a sostegno dei due quesiti che propongono di cancellare la legge elettorale in vigore, il cosiddetto Porcellum.A detta di Romano Prodi, primo leader politico a firmare per il referendum, quella che porta il nome di Roberto Calderoli è la «peggiore legge elettorale della storia della Repubblica» che può essere cambiata o con l’iniziativa parlamentare, che al momento latita, oppure sfruttando lo strumento del referendum.
TRE GIORNI SENZA SOSTA. Ecco perché il comitato promotore si è organizzato con una maratona per coinvolgere tutte le piazze d’Italia in un week end decisivo per la raccolta.
Dal 16 al 18 settembre, i volontari saranno impegnati in una mobilitazione no stop su tutto il territorio per raccogliere più sottoscrizioni possibili.Giorno e notte, senza pause, i promotori coinvolgeranno tutti, moduli alla mano, nella necessità di cambiare la legge elettorale.
Un impegno ulteriore per chi già si è mobilitato sul territorio. «È uno sforzo organizzativo enorme, dobbiamo coprire tutta la Penisola», ha spiegato a Lettera43.it Andrea Morrone, presidente del comitato promotore e formulatore dei quesiti.
Stime vere e proprie della raccolta non ce ne sono, perché «i dati sono ancora a macchia di leopardo» ma i referendari sono sicuri che «gli ultimi 20 giorni saranno decisivi per la volata vera e propria».
IL SOSTEGNO POLITICO
Tra le firme politiche, oltre a quella di Romano Prodi, sono state registrate quelle di Walter Veltroni, Piero Fassino, Vannino Chiti, Pierluigi Castagnetti e Rosy Bindi.
Perfino il Popolo della libertà (Pdl) è stato rappresentato con il sostegno di Antonio Martino, Paolo Guzzanti e il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci. Il partito di Berlusconi non ha preso una posizione in merito, ma i singoli esponenti sembrano non disprezzare l'iniziativa in mancanza dell'intervento del parlamento.
L’intervento Agcom e il ruolo della Rai
Il 7 settembre i referendari hanno manifestato davanti alla sede della Rai di Viale Mazzini per protestare contro il vuoto informativo della televisione pubblica.
Forti di una lettera dell'Agcom che aveva sollecitato «più notizie in televisione» sul tema dopo aver rilevato la carenza del servizio, Arturo Parisi e Morrone sono stati ricevuti dal presidente della Rai, Paolo Garimberti.
IL VUOTO INFORMATIVO. Il numero uno di Vale Mazzini ha detto di aver fatto presente la sollecitazione dei comitati referendari al direttore generale Lorenza Lei «perché si possano sensibilizzare a riguardo le strutture editoriali».
Per ora, l’unico risultato rilevato è stato un servizio del Tg2 che conteneva poche indicazioni. «La mancanza di informazioni che stanno ricevendo i cittadini è scandalosa», ha commentato Morrone.
LE FORZE IN CAMPO. Il punto di forza dei promotori restano i comitati che sono stati istituiti sul territorio e le sei componenti politiche che hanno aderito all’iniziativa: Italia dei valori, Sinistra e libertà, Partito liberale, Unione popolare, Democratici e la Rete dei referendari di Mario Segni.Morrone è convinto che «col sostegno di tutti sia possibile vincere la battaglia contro il tempo» ma è implicito che «il supporto dell’informazione televisiva sarebbe determinante».
11 Settembre 2011
lettera43.it/caccia-al-porcellum
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