PALERMO - La latitanza multidecennale di Bernardo Provenzano coperta da politici e da un alto ufficiale, un patto tra la mafia e Marcello Dell'Utri in cambio dell'appoggio a Forza Italia, il coinvolgimento del ministro Saverio Romano.
Martedì 20 Settembre 2011
Sono vere e proprie bombe a mano quelle lanciate dal pentito Stefano Lo Verso, mafioso per anni vicino a Provenzano, le cui dichiarazioni sono state depositate oggi al processo per favoreggiamento aggravato al generale dei carabinieri Mario Mori.
Lo Verso, collaboratore di giustizia, ha riferito ai pm che tra i benefici previsti dal presunto accordo tra la mafia e Dell'Utri c'era il mantenimento dello stato di latitanza del boss "Binnu". «Bernardo Provenzano mi riferì di accordi politici con Dell'Utri, dopo le stragi del '92-'93, che costituirono la base su cui la mafia decise di appoggiare Forza Italia», ha detto Lo Verso, secondo cui la latitanza di Provenzano sarebbe stata coperta, oltre che da esponenti politici, da «un alto ufficiale dell'Arma dei carabinieri».
Il pentito, vicinissimo al padrino di Corleone, che ospitò mentre era ricercato, ha raccontato di avere raccolto, tra il 2003 e il 2004, le confidenze del boss sulla rete istituzionale che coprì la sua latitanza. Tra le rivelazioni anche quella sul presunto ruolo svolto «da un Alto ufficiale dell'Arma». Il racconto del pentito potrebbe entrare tra le carte del processo Mori: il pm Nino Di Matteo ha depositato davanti alla quarta sezione del tribunale, che processa l'ufficiale, i verbali con le dichiarazioni di Lo Verso che verrà sentito in dibattimento ad ottobre. La procura ha sollecitato i giudici ad ampliare il capitolato di prova e sentire il pentito anche sulle ultime circostanze emerse negli interrogatori.
"PROVENZANO MI DISSE DI AVER VOTATO FORZA ITALIA"
«Dell'Utri si mise in contatto con i miei uomini e sostituì di fatto l'onorevole Lima nei rapporti con la mafia. Per questo nel 1994, a seguito degli accordi che abbiamo raggiunto, ho fatto votare Forza Italia». Con queste parole il boss Bernardo Provenzano avrebbe descritto a un suo fedelissimo, ora passato tra i ranghi dei collaboratori di giustizia, i rapporti tra mafia e politica del dopo stragi.
A raccontarlo ai magistrati di Palermo è lo stesso destinatario delle confidenze del padrino di Corleone, il pentito Stefano Lo Verso che, nel 2003-2004, strinse un solido rapporto col boss tanto da curarne la latitanza. La conversazione in cui il capomafia avrebbe rivelato al suo uomo la strategia «politica» di Cosa nostra dopo le stragi del '92-'93 risalirebbe a luglio del 2004. Le rivelazioni di Lo Verso sono state depositate agli atti del processo al generale dei carabinieri Mario Mori, accusato di favoreggiamento aggravato.
leggo.it/provenzano mi disse vota e fai votare forza italia
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