venerdì 9 settembre 2011

Manovra, scatta la rivolta dei magistrati: "Non colpisce i ricchi e gli evasori"

Venerdí 09.09.2011



Il Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati esprime la propria indignazione per le misure contenute nella manovra economica recentemente approvata, che penalizzano esclusivamente i dipendenti pubblici, senza colpire in alcun modo

In particolare, appaiono evidenti l'iniquità e la contrarietà al principio di eguaglianza e di parità contributiva del mantenimento del contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 90.000,00 euro solo per il pubblico impiego e dell'eliminazione dell'analoga previsione in relazione ai redditi dei privati, per i quali è previsto un prelievo di gran lunga inferiore, e per i redditi privati superiori ai 300.000,00 euro. Peraltro, per i magistrati, tale misura si aggiunge agli ulteriori tagli e prelievi sulla retribuzione già previsti dalle precedenti manovre economiche .

Mancano, inoltre, misure efficaci per il contrasto dell'evasione fiscale, vera piaga del nostro paese, che anzi è stata negli anni favorita dai ripetuti provvedimen ti di condono. Nessun intervento, infine, risulta adottato per realizzare un'effettiva lotta contro la dilagante corruzione nei settori pubblico e privato, causa principale degli sprechi nella pubblica amministrazione e della proliferazione di patrimoni illeciti. Il Cdc delibera, pertanto, di proclamare lo stato di agitazione della categoria e di attuare, assieme alle organizzazioni rappresentative del comparto del pubblico impiego, iniziative locali e nazionali finalizzate a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla grave iniquità della manovra e sulla pericolosa e costante delegittimazione della funzione pubblica nel nostro paese. Da', inoltre, mandato alla Giunta esecutiva centrale di predisporre l'organizzazione, eventualmente in accordo con le altre associazioni rappresent ative, dei ricorsi giurisdizionali sul cd contributo di solidarietà.
i possessori di grandi ricchezze e gli evasori fiscali e senza intervenire sulle numerose fonti di spreco del denaro pubblico.

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