Uno dei quotidiani conservatori più autorevoli d'Europa, Le Figaro, dà oggi il ben servito al premier italiano, ormai irriconoscibile, è la tesi, agli occhi dei suoi stessi sostenitori.
Parigi, 21-09-2011
"Silvio Berlusconi non è lo stesso". Uno dei quotidiani conservatori più autorevoli d'Europa, Le Figaro, dà oggi il ben servito al premier italiano, ormai irriconoscibile, è la tesi, agli occhi dei suoi stessi sostenitori. "L'Italia paga le scappatelle di Berlusconi" è il titolo d'apertura. E Financial Times spiega lo scetticismo dei mercati nei nostri confronti.
Premier in clausura
"L'allegria, ottimismo confinante con l'incoscienza, la passione politica, tutto questo sembra essere finito. Proprio nel dibattito sul bilancio in Parlamento, il premier è rimasto in clausura a Palazzo Chigi con i suoi avvocati per preparare la sua risposta al pubblico ministero di Napoli, che lo vuole ascoltare su un caso che lo vedrebbe vittima di un ricatto".
Discesa agli inferi
Ormai, scrive Le Figaro, "la spirale discendente del Cavaliere è impressionante". Il quotidano parigino fornisce una data per l'inizio del declino: "il 14 gennaio 2011, quando il presidente del Consiglio è stato incriminato per il sesso a pagamento con una minorenne marocchina", Karima el-Mahroug, alias "Ruby".
Carne fresca
Da lì in poi "l''Italia ha scoperto che il Primo Ministro si è circondato di personaggi sgradevoli"; "carne fresca" che aspirava a entrare nel mondo della tv e dello spettacolo.
Difetti italici"
In un paese maschilista come l'Italia, la sua reputazione potrebbe sopravvivere - scrive Le Figaro - Dopo tutto, non si è separato da Veronica Lario, sua seconda moglie? E non ha il diritto di gestire la sua vita privata come meglio crede, se lo fa con un minimo di discrezionalità?". Ma qui siamo in presenza di un "un vero e proprio harem, la discrezione è mancata".
Scricchiolii
Sul piano politico, quando ieri Standard & Poor ha declassato il debito italiano Berlusconi ha reagito accusando l'agenzia di rating statunitense di emettere valutazioni "viziate da considerazioni politiche". Ma la stabilità della maggioranza di centrodestra, argomenta Le Figaro, è da tempo tutt'altro che salda e le difficoltà nell'elaborare la recente manovra sui conti pubblici, i rapporti sempre più difficili con Lega che ormai invoca la secessione sono lì, sotto gli occhi di tutti.
Basta sondaggi
"Restano da convincere gli italiani. La maggioranza perderebbe, se le elezioni tenessero domani. La popolarità di Berlusconi è scesa al 24%, mentre era più del doppio a dicembre 2010. Quella dei maggiori partiti non va molto meglio. Destra e sinistra a soffrono per le indagini in corso su casi di corruzione. Berlusconi ne è consapevole: è già da qualche tempo che non invoca più i sondaggi".
Financial Times: Italia prova a reagire
Per il quotidiano britannico "la risposta del Governo (al downgrading, ndr.) è tutta affidata ad un piano in 10 anni, aperto da un decreto sulle infrastrutture, da un intervento per la banda larga e l'efficienza energetica, e da quel tagliando sulle misure gia' messe in campo, voluto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti".
Lex Column: Italy
Nella Lex Column, il giornale spiega: "Nonostante le urla da Silvio Berlusconi, la decisione di Standard & Poor di peggiorare di un grado il rating del debito italiano non è stata una grande sorpresa. Certo, i mercati se l'aspettavano che Moody's, che la scorsa settimana ha detto di valutare un downgrade, si muovesse per primo".
E tuttavia, ribadisce Ft, "anche se previsto, il downgrade italiano è profondamente preoccupante". Sia "per l''incapacità dei leader dell'Unione europea di gestire la crisi greca" sia per le dimensioni del problema Italia, ben maggiore.
A muovere S&P "due paure collegate. Una è relativa al peggioramento della congiuntura economica, con la prospettiva che questo spinga l'Italia in recessione lieve il prossimo anno". L'altra resta "lo scetticismo sulla possibilità per l'attuale governo di realizzare le riforme (...) in un contesto politico fragile e complesso, a partire da quella del mercato del lavoro. Gran parte della risposta è nelle mani del primo ministro. Le linee telefoniche da Bruxelles e Francoforte a Roma dovrebbero essere bollenti".
rainews24.rai.it/Silvio non è più lo stesso
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