A circa 200 chilometri dalla frontiera si trovano, infatti, le sei centrali francesi di Phenix, il complesso che include la centrale di Marcoule, e quelle vicine di Tricastin e Cruas. Infine, risalendo verso Nord, gli impianti di Saint-Alban, Bugey e Fessenheim.
AMBIENTALISTI D'OLTRALPE. Tra queste, la centrale d'Oltralpe più contestata è quella di Fessenheim, l'impianto più vecchio del Paese la cui costruzione risale al 1970 e che è entrato in attività nel 1977. Nella regione alsaziana al confine con Germania e Svizzera, il reattore è stato bersaglio di manifestazioni sempre più accese degli ambientalisti, soprattutto quando, il 3 aprile 2011, nella centrale si è verificato un guasto di livello 1, classificabile come anomalia.
Stress stest dell'Ue in corso fino a giugno 2012
L'incidente di Fukushima dello scorso 11 marzo ha cambiato la storia del nucleare in Europa, oltre che in Asia. E così nel maggio scorso per Fessenheim, come per tutte le altri centrali nucleari del continente, sono stati introdotti gli stress test dell'Unione europea.
Avviati a tappeto lo scorso giugno, «i rapporti della prima fase dei controlli», hanno spiegato a Lettera43.it i tecnici della Commissione europea per l'Energia «sono stati consegnati a Bruxelles il 15 agosto scorso». In accordo con le autorità nazionali sul nucleare degli Stati membri, la commissione Ue indipendente European nuclear safety regulator group (Ensrg), ha ricevuto una pre-valutazione fornita dai gestori degli impianti.Un primo dossier comunitario sulle centrali comunque approderà in Consiglio europeo non prima del 9 dicembre, dopo che sarà stato superato il terzo esame dell'Ensrg. Il rapporto definitivo dell'Ue sulle centrali non sarà diffuso, hanno confermano alla Commissione per l'Energia, «prima di giugno 2012».
I guasti continui al reattore sloveno di Krsko
Tra i 143 impianti sotto osservazione, a preoccupare gli ambientalisti europei, oltre all'usurata centrale di Fesselheim, da anni c'è quello sloveno di Krsko, impiegato anche per il fabbisogno energetico della vicina Croazia.Costruito tra il 1975 e il 1981, al pari delle quattro centrali svizzere di Mülenberg, Gösgen, Beznau e Leibstadt, anche questo reattore fa parte del novero delle 13 centrali che accerchiano l'Italia.
E, da anni, Krsko è nel mirino dell'Austria, che dal 1978 ha bandito il nucleare, per i continui guasti all'impianto. Un anno prima della preoccupante fuga di acqua per il raffreddamento del reattore, nel 2008, la centrale era stata isolata per «interventi urgenti» lunghi un mese, mai meglio precisati.
Nel 2005, sempre lo stesso reattore era stato arrestato per problemi a una ventola.
L'impianto bulgaro di Kozloduy, nel mirino dell'Ue
Gli altri due reattori vicino al raggio italiano, infine, sono quelli tedeschi di Isar 2 in Baviera (l'Isar 1 è stato fermato dal Land nel maggio scorso, dopo gli stress test imposti dal governo) e del vicino e potente complesso di Gundremmingen, al confine con la Svevia: entrambe le centrali nel 2022 si spegneranno insieme con i 17 impianti della Germania, come deciso nella primavera scorsa.
Nel 2011, comunque, a subire gli stress test dell'Ue, non sono stati soltanto i reattori europei, ma anche gli impianti extraterritoriali di Armenia, Croazia, Bielorussia, Russia, Ucrania e Turchia, dopo l'insistente richiesta di Bruxelles ai Paesi vicini, per un totale di 196 strutture.Gli altri due reattori vicino al raggio italiano, infine, sono quelli tedeschi di Isar 2 in Baviera (l'Isar 1 è stato fermato dal Land nel maggio scorso, dopo gli stress test imposti dal governo) e del vicino e potente complesso di Gundremmingen, al confine con la Svevia: entrambe le centrali nel 2022 si spegneranno insieme con i 17 impianti della Germania, come deciso nella primavera scorsa.
Da anni l'Unione europea chiede la chiusura dei reattori di fabbricazione sovietica dell'impianto, uguali a quelli di Kozloduy.
Ma anche le ambizioni nucleari di Turchia, tra le regioni sismicamente più attive al mondo, della Russia e dei Paesi dell'Est sono un'incognita. 12 Settembre 2011
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