Con l'aliquota al 21% fino a 385 euro in più per famiglia.
Un salasso di quasi 400 euro. La maggiorazione dell'Iva decisa dal governo dovrebbe incidere per un ammontare di 385 euro all'anno sul bilancio delle famiglie italiane. Il calcolo appartiene Codacons che ha analizzato gli effetti dell'aumento dell'Iva dal 20 al 21% sulla media dei contribuenti in relazione al reddito e alla composizione delle famiglie.
Secondo l'Associazione per la difesa dei consumatori una famiglia di 3 persone pagherà circa 290 euro in più nel 2012: 209 per l'aumento diretto di un punto percentuale dell'imposta sul valore aggiunto, 81 per via degli arrotondamenti al rialzo dei commercianti. Una cifra che sale appunto fino a quasi 400 euro per le famiglie con componte in più. Per ognuna di esse, ha poi calcolato l'incidenza della maggiorazione in tre possibili casi: contribuenti senza alcun familiare a carico, contribuenti con coniuge e un figlio a carico, contribuenti con coniuge e due figli a carico.
«Naturalmente» osserva Carlo Rienzi, presidente Codacons «l'aumento di 290 euro è una media per una famiglia di tre persone, il costo sarà maggiore se è più numerosa. Il rialzo porterà ad un aumento di tutti i prodotti indistintamente perché l'Iva viene scaricata sui consumatori. Saremo destinati a veder salire anche l'inflazione: certamente non una bella notizia con gli stipendi e le pensioni ferme».
SALASSI SULLA BENZINA.
Nel mirino della Federconsumatori invece c'é, in particolare, il rincaro della benzina. Un esborso aggiuntivo di 32 euro l'anno, che sommati agli aumenti registrati da agosto 2010 (440 euro tra costi diretti e indiretti sui carburanti), portano a superare i 470 euro. Il timore ora è che ci possa essere un'impennata dei prezzi dei beni di largo consumo. Il presidente della Federconsumatori, Rosario Trefiletti, ha commentato: «Solo l'1% in più comporterà un aumento di 1,3 centesimi al litro. Ci saranno, quindi, ricadute negative per fare il pieno di benzina, ma anche sul tasso d'inflazione: i beni in Italia sono trasportati su gomma, pertanto ci saranno effetti sui prezzi».
Allarme consumi, potrebbero calare dell'1,5%
L'aumento dell'Iva dovrebbe riguardare un terzo dei consumi alimentari in Italia.
Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, l'associazione dei piccoli artigiani di Mestre, ha spiegato: «L'aumento dell'aliquota Iva dal 20% al 21% comporta un aggravio sui bilanci delle famiglie tutto sommato abbastanza contenuto. Inoltre, non dovrebbe avere un effetto particolarmente pesante sull'aumento dei prezzi e quindi sull'inflazione. Secondo Bertolussi, in tempi di emergenza come quelli attuali, «un provvedimento di queste tipo, assieme al contributo di solidarietà, rappresentano il male minore, visto che non sembrano esserci molte altre valide alternative».
COLPITO IL SETTORE ALIMENTARE.
Meno fiducioso il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua. Secondo quanto stimato dall'associazione confindustriale, la maggiorazione dell'Iva dovrebbe riguardare circa un terzo dei consumi alimentari in Italia e portare a un esborso aggiuntivo per le famiglie italiane di circa 600 milioni di euro: «Ogni prospettiva di rilancio dei consumi alimentari può venire ulteriormente compromessa da questo provvedimento», ha detto Ferrua.
La Confederazione italiana agricoltori ha stimato un calo dei consumi in seguito all'aumento dell'imposta nell'ordine dell'1,5%.
07 Settembre 2011
lettera43.it/iva-quanto-ci-costi
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