Tagliata a sorpresa anche l'udienza di Londra. No del Pdl all'accompagnamento coatto nel caso Tarantini. Il Pd attacca.
Roma, 19 set. (TMNews) -
Accelerazione a sorpresa sul caso Mills da parte dei giudici di Milano. Con una ordinanza è stato deliberato di tagliare una decina di testimoni del caso in cui Silvio Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari, di rinunciare all'udienza di Londra già programmata da tempo e di rinviare il processo al prossimo 24 ottobre quando sarà sentito come testimone David Mills, il legale inglese che sarebbe stato corrotto dal fondatore di Fininvest per dire il falso in due processi.
Per il 28 ottobre è programmato invece l'interrogatorio in aula dell'imputato Berlusconi. I giudici nell'ordinanza spiegano che saranno utilizzate le deposizioni dei testimoni rese nel precedente processo al solo Mills.
Durissima è stata la reazione degli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, secondo i quali "la presenza della difesa è ormai superflua in questo processo perché i giudici senza farci interloquire hanno tagliato tutti i testimoni". I due avvocati hanno fatto notare che neanche il pm aveva chiesto di tagliare i testimoni in modo così radicale.
E sul fronte dell'altra vicenda giudiziaria che tiene con il fiato sospeso Berlusconi, il caso Tarantini-Lavitola, il Pdl fa scudo attorno: se i magistrati di Napoli disponessero l'accompagnamento coatto del presidente del Consiglio, "noi gliela rimandiamo subito indietro". E' questa la risposta del Pdl, per bocca del capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Immediata la reazione del Pd: "I magistrati devono essere messi nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro con serenità e queste continue ingerenze della maggioranza sul loro operato non aiutato affatto. Cicchitto invece di trasformare il gruppo del Pdl e tutto il parlamento in un'appendice del collegio difensivo di Berlusconi dovrebbe pretendere comportamenti istituzionali decorosi e massima trasparenza", ha dichiarato la deputata democratica Pina Picierno.
Quanto alla rosa di date per un possibile incontro del premier con i pm, scaduta ieri sera, il capo della procura di Napoli, Giovandomenico Lepore, ha chiarito che non si è trattato di un "ultimatum" e tornando sull'eventualità di un accompagnamento coatto ha spiegato che si tratterebbe di una procedura da adottare in "estrema ratio".
L'inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del premier intanto prosegue. I magistrati della procura di Napoli intendono attendere le prossime tappe dell'indagine prima di definire la procedura per una possibile audizione del presidente del Consiglio che per gli inquirenti resta da ascoltare come parte lesa. Mercoledì ci sarà l'udienza davanti al tribunale del Riesame, chiamato a pronunciarsi sulla misura cautelare nei confronti dell'imprenditore Giampaolo Tarantini e del giornalista Valter Lavitola (il primo in carcere dal primo settembre, il secondo ancora latitante all'estero). Davanti ai giudici sarà valutata anche la questione sulla competenza territoriale dell'inchiesta, questione determinante per il futuro dell'indagine. Per i difensori degli indagati e per i legali del premier, il fascicolo dovrebbe passare ai pm di Roma.
tmnews.it/Caso Mills basta testimoni sentenza per il premier è più vicina
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