Il mancato riscatto degli anni di leva e università ha scatenato la Rete.
Il governo fa e disfa stando bene attento a non deludere i propri elettori, mentre il popolo della Rete alza la voce e protesta. Sul web monta e corre la rabbia degli italiani per la serie di provvedimenti a dir poco impopolari messi nero su bianco in finanziaria. Ultimo, in ordine di tempo, il ritocco alle pensioni e l’abolizione del riconoscimento ai fini previdenziali degli anni di servizio militare e di università.
La modifica ha colpito direttamente gli internauti. Chi oggi ha 30 anni e sta lavorando davanti a un computer si vede allontanare di colpo il miraggio pensionistico.
LO SDEGNO DEI SOCIAL. Ma è impegnato e altro non può fare se non lasciare messaggi di incredulità e di sdegno all’indirizzo del governo attraverso Facebook, Twitter e sui tanti blog monotematici da giorni.
Il perché è presto detto: dal 29 agosto, gli anni spesi tra studio e militare non contano più per arrivare al fatidico tetto dei 40 anni di anzianità. Stando ai conti del governo, con questa misura dovrebbero essere risparmiati circa 500 milioni nel 2013 e un altro miliardo nel 2014 per un totale di 1,5 miliardi.
MEDICI, 'BALLANO' 10 ANNI. Così devono rassegnarsi anche quelli che hanno riscattato già la laurea e il servizio militare e non sono andati ancora in pensione. I loro soldi non serviranno per avvicinare la tanto agognata soglia pensionistica, ma solo a fini contributivi.
Troppo. Soprattutto per medici, avvocati, commericalisti che di anni fra aule di università e corsie di ospedale o tirocini ne hanno passati almeno dieci.
Su Google trionfa la parola «vergogna»
La protesta dei click si è fatta valanga. Se la Rete è un termometro del gradimento della classe politica si può ben dire che l’Italia ha la febbre alta da settimane. Chi covava rabbia da tempo perde oggi ogni inibizione e lascia commenti che hanno il suono della moneta lanciata all’indirizzo dei campioni della Prima Repubblica.
Lo sdegno popolare è quasi senza freni. La parola più scritta (fa fede la statistica Google) è «vergogna». Un’impresa ardua contare le pagine Facebook dedicate che smontano la manovra pezzo a pezzo e inchiodano l’esecutivo alle troppe promesse rimangiate nel giro di ore.
Tutte create dagli utenti per sfogare la rabbia, ma anche far sentire il malumore crescente della “base” degli italiani. Cioè chi lavora e si vede tar-tassato, quelli che aspettavano tagli ai privilegi che non ci sono stati.
I CLICK DELLA RABBIA. E prende posizione con un click come fosse un voto, un punto segnato contro il governo. Nelle elezioni virtuali di Facebook, Berlusconi&co non andrebbero lontano. Perché le piazze virtuali create ad hoc per protesta macinano numeri importanti.
Un esempio? La pagina 'Vaticano pagati tu la manovra' è stata condivisa da una città virtuale di 139.593 persone, come se tutta Salerno si fermasse per di colpo per dire stop ai privilegi della Chiesa. Ancora “no” al governo e alle sue misure.
Pensioni: una valanga di insulti al governo
Si moltiplicano ogni ora i post sulle pensioni: «Ma chi ha mai voluto farla la naia? Siamo stati costretti dallo Stato a perdere un anno di vita per niente e oggi il governo lo getta nel cestino due volte abolendo la possibilità di farlo valere ai fini del calcolo pensionistico», si legge in uno dei tanti post, uno dei pochi a dir la verità che non contiene un insulto diretto all’Esecutivo.
E ancora: «Come è possibile che ci si attacchi sempre ai lavoratori? abbiamo servito lo stato per un anno obbligatorio perdendo un anno di stipendio in più adesso il militare non viene nemmeno conteggiato ai fini della pensione! Mi hanno obbligato, non sono andato per divertimento. Si dovrebbero vergognare».
ESECUTIVO IN CONFUSIONE. Scorrendo centinaia di pagine web si vede che la rabbia fa perdere la misura anche ai misurati che quasi faticano a scrivere nero su bianco il proprio sconcerto. «Dovevano tagliare le province: faranno una legge costituzionale che non vedrà mai la fine... dovevano tassare i ricchi: nessun contributo di solidarietà.... dovevano accorpare 1500 comuni: i piccoli comuni restano... dovevano non toccare le pensioni: cancellati gli anni di riscatto e tutti in pensione a 65 anni.... solo io noto un po’ di confusione?», si chiede Sergio che ha postato sul social network uno degli interventi più articolati e senza insulti espliciti.
E molti ripetono la stessa operazione: tasto start, calcolatrice e via a cercar di capire a quanti anni riceveranno la pensione. E i commenti sono di rassegnata disperazione: «Secondo la nuova finanziaria mi mancano solo 30 anni di lavoro alla pensione... forza e coraggio... (p.s. e per fortuna che non ho pagato per riscattare gli anni universitari)», si legge su Facebook.
STRACQUADANIO 'L'IMBECILLE'. A pagare i prezzo della manovra sono anche i politici che in queste ore tentano di salvare la faccia lanciandosi in dichiarazioni spericolate. 'L’imbecille del giorno' titola un post che riprende un’intervista di Stracquadanio nella quale l’esponente del Popolo della libertà ha rivendicato per sé buona parte dei ritocchi finali alla manovra: «Finalmente è stato tolto il veto sulle pensioni e l’odioso contributo di solidarietà».
Non si contano gli insulti per il parlamentare, noto anche per aver promosso un disegno di legge per il distacco dei sette comuni dell’alta Val Marecchia dalla Regione Marche all’Emilia Romagna.
La contro-manovra del web colpisce casta e costi della guerra
Ma quello su Facebook non può essere chiamato disfattismo, un impalpabile “partito del no”. Perché da destra a manca fioccano proposte alternative per tenere in piedi lo Stato e non azzopparne i cittadini.
Tra una pagina Facebook, un post velenoso e un blog al vetriolo spunta la manovra davvero popolare, quella che piacerebbe ai cittadini che passa per tagli alla politica, dimezzamento dei costi di guerra, stop ai privilegi di caste d’ogni tipo, salvaguardia delle poche certezze sociali ed economiche nel mare mosso della crisi.
OBIETTIVO EVASIONE FISCALI. «Basta privilegi. Dimezziamo i parlamentari», si legge in un post che non specifica se per numero o con un trinciapollo. «Non si può sentire ciò che il governo vuol fare con le pensioni, solo per prendere soldi. Perché non fate pagare tutte quelle persone che hanno evaso il fisco e vi fate rimborsare di tanti anni di quanto hanno evaso? Invece di far pagare ai soliti... Loro rubano e loro paghino».
Qualcuno insiste nell'assegnare a internet il premio Nobel. Forse è troppo, ma sicuramente lì si ritrova la saggezza del popolo. Che non le manda a dire e scrive nero su bianco quello che vuole.
Martedì, 30 Agosto 2011
lettera43.it/naia-e-studi-web-in-rivolta
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