RIFIUTI. Solo la Liguria finora si è dichiarata disponibile ad accogliere la spazzatura campana: 14 Regioni firmano un documento che boccia il provvedimento approvato dal governo giovedì.
05/07/2011
Napolitano lo aveva detto. «Il decreto non è risolutivo», ammonì dopo aver firmato il provvedimento del governo sui rifiuti campani. La Lega però non era disponibile a concedere oltre e Berlusconi dovette adeguarsi. A distanza di appena tre giorni dall’entrata in vigore, il decreto fa davvero acqua da tutte le aprti. Finora solo la Liguria ha annunciato la disponibilità ad accogliere l’immondizia napoletana. E un documento firmato da 14 presidenti di regione, tra cui anche Formigoni e Polverini, boccia il decreto e chiede al governo di cominciare a fare sul serio, facendo di Napoli un’emergenza nazionale. A poco è servita la lettera che Stefano Caldoro ha inviato qualche giorno fa ai colleghi delle altre regioni, dopo che il governo aveva reso facoltativa l’accoglienza della spazzatura campana.
Il leghista Zaia e Formigoni, collega di partito del governatore campano, sono stati i più netti. Hanno spiegato che non possono, perché le loro discariche e gli inceneritori sono al limite, ma soprattutto non vogliono. Sulla stessa linea sono infatti anche Cota, governatore del Piemonte e Renzo Tondo, presidente del Friuli Venezia Giulia. In assoluta controtendenza la Liguria che accoglierà nella discarica di Monte Scarpino, alle spalle di Genova, 20mila tonnellate di rifiuti dalla Campania. «L’emergenza di Napoli deve diventare un problema di tutti», è l’appello che il presidente Ligure Claudio Burlando ha lanciato agli altri governatori. La risposta è poi arrivata in serata.
«Il Governo deve innanzitutto dire se ritiene sia giusto e necessario che tutte le Regioni intervengano per affrontare questa emergenza nazionale e, di conseguenza, se per questo obiettivo intenda impegnarsi», recita un documento firmato da quattordici presidenti di Regione, di centrodestra e di centro sinistra. Al Nord solo Piemonte e Veneto, guidate da governatori leghisti, non hanno firmato. Le regioni bocciano dunque l’idea della trattativa privata sull’immondizia napoletana, partorita dall’ultimo consiglio dei ministri, e si dichiarano pronte ad andare in soccorso alla Campania nel caso in cui dal governo venga un’indicazione chiara.
Ora la speranza è che il provvedimento possa modificato durante la conversione in legge in Parlamento. Da Napoli, De Magistris chiede innanzitutto l’eliminazione dell’obbligo del nulla osta da parte delle regioni. Il decreto ha infatti finito con il rendere molto più complicata la procedura per il trasferimento dell’immondizia. In alcune regioni come la Sicilia, è addirittura necessaria una delibera di giunta. E, se l’iter dovesse rimanere questo, a poco servirebbe la disponibilità espressa da alcuni sindaci, tra cui Giuliano Pisapia, visto che serve il lascia passare del governatore. Le vie del capoluogo capoluogo, intanto, dopo le proteste dei giorni scorsi, è tornato pulito. Il vice sindaco Tommaso Sodano però non canta vittoria: «È un equilibrio molto fragile. Le criticità strutturali permangono».
Ieri è stata ufficialmente chiusa la discarica di Chiaiano, che negli ultimi mesi ha accolto tutta l’immondizia della città di Napoli. La situazione potrebbe precipitare e, per questo, in molti paventano un ampliamento, che consenta di tenere aperto l’invaso per un altro anno. Sodano però esclude questa eventulità: «Al massimo continueremo ad utilizzare i volumi che sono ancora disponibili, ma escludo un ampliamento».
terranews.it/tutti-contro-il-decreto-imposto-dalla-lega-nord
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