martedì 5 luglio 2011

Rinnovabili, sì ai tagli ma il ministro non lo sa

FINANZIARIA. Dietro l’eleminazione degli incentivi alle fonti più pulite il governo compie l’ennesimo pasticcio. Inseriti nel testo consegnato a Napolitano, non risultano alla Prestigiacomo.

Trentanove articoli e due allegati. Giunti finalmente al Quirinale. Da un mistero che si risolve, quello nato dopo la nota del Presidente Napolitano sul testo non ancora sottoposto alla sua attenzione, ad un pasticcio. Sulla pelle delle fonti rinnovabili. E dietro il quale si nasconde uno scontro tra la Lega e i ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico. Uno scontro che si è combattuto a colpi di bozze e di ripensamenti. «Sulle rinnovabili il governo potrebbe anche cadere», afferma Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club. Sul caro bollette «nei prossimi quindici giorni, in Parlamento, si ballerà», aveva commentato il ministro della Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, in una intervista a La Repubblica di sabato scorso.

A conferma di ciò, il taglio del costo dell’energia era il secondo punto del manifesto di Pontida. Una posizione netta, quella della Lega, che portava alla stesura del comma 10 dell’articolo 35 del decreto legge che recita: «Allo scopo di ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese, a decorrere dal 1° gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010». Un testo che non compariva nella bozza originale della finanziaria e sul quale la maggioranza si era divisa nell’ultimo Consiglio dei ministri.

La diffusione della bozza scatenava le ire dei ministri Prestigiacomo e Romani. Al ministro dell’Ambiente non risultava « che nel testo della manovra inviata al Quirinale sia stata reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica». Anche il ministro allo Sviluppo economico si affrettava a smentire, inutilmente, la notizia del taglio degli incentivi. Il pasticcio era ormai bello che confezionato e a nulla servivano le ulteriori spiegazioni del ministro, se non a confermare la spaccatura all’interno della maggioranza.

Dal coro unanime di condanna alla decisione del governo che si alzava dall’opposizione, emergeva l’originale chiave di lettura del presidente di Asso Energie Future, Massimo Sapienza, che ironicamente ringraziava Lega e il ministro Calderoli perchè «con l’emendamento voluto alla manovra finanziaria hanno di fatto aumentato l’incentivo al fotovoltaico tagliato dal Quarto Conto energia, che prevedeva una diminuzione tra il 40 e il 45% sugli incentivi decisi nel 2010. Invece, grazie all’impegno e alla passione della Lega Nord, il contributo viene rialzato del 10-15%».

Il governo aveva già tagliato l’incentivo al fotovoltaico, nel maggio del 2011, rispetto al dicembre 2010. Quindi, quello contenuto nel decreto, è di fatto un aumento degli incentivi. Sfuggito alla maggioranza. Che si ritroverà ad affrontare la questione nei prossimi giorni. Secondo quanto previsto dalla norma, infatti, l’entità degli incentivi, dei benefici e delle agevolazioni sarà rideterminata dal ministero dello Sviluppo su proposta dell’Autorità per l’energia entro 90 giorni.
05/07/2011

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