Il governo incassa la fiducia di palazzo Madama sulla manovra economica per il pareggio di bilancio nel 2014. I si sono stati 161, i no 135, 3 astenuti. Il decreto, dopo un esame lampo al Senato, passa all'esame della Camera che lo licenzierà definitivamente domani.
Roma, 14-07-2011
"Siamo dentro un paradosso". L'area euro oggettivamente è "l'area piu' ricca e meno indebitata del mondo ma non riflette la sua forza sui mercati". Lo afferma il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo in Aula al Senato prima del voto di fiducia sulla manovra.
"La crisi finanziaria si aggira nel mondo come un mutante che oggi prende la forma della Grecia", aggiunge. "E' come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe". "Oggi in Europa - ha spiegato il ministro - abbiamo l'appuntamento con il nostro destino: la salvezza non ci viene dalla finanza ma dalla politica. La politica non deve piu' fare errori".
"Non e' corretto dire che non e' stato fatto sviluppo, se non ci fosse stata la tenuta dei conti pubblici non ci sarebbe stato neanche il pil che c'e' stato".
"La manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita: dal credito per la ricerca ai contratti per la produttivita', da processo civile, al turismo", afferma Tremonti.
La manovra di finanza pubblica "e' esatta e corretta" ed e' fatta "per il bene comune". La manovra, ha spiegato Tremonti, "e' esatta, corretta e allineata sull'asse del tempo esattamente come concordata in Europa". Secondo il titolare del Tesoro, "nessuno fa una manovra come questa se non perche' vuole il bene comune".
Ancora più rigorosa la manovra economica sui conti pubblici
Pichetto Fratin, relatore sul decreto legge del governo, avvia l'esame nell'aula del Senato. "E' stata una prova di grande respondabilità" da parte di maggioranza e opposizio il sì ad una approvazione rapida per combattere la speculazione. Precisa: con "gli emendamenti approvati in commissione al Senato i saldi della manovra migliorano ulteriormente di oltre 2 miliardi nel 2011, di circa 5 miliardi nel nel 2012, di 6 nel 2013 e di 22 nel 2014". Oggi il voto del Senato.
Il taglio lineare del 5% per il 2013 e del 20% a partire dal 2014 toccherà tutte le 483 agevolazioni fiscali anche quelle per le famiglie. Fra le numerose voci vengono colpiti i nuclei con figli a carico, le spese per l'istruzione, quelle mediche e per gli asili nido. Lo prevede l'emendamento del relatore alla manovra.
I tagli scatteranno da subito e riguarderanno tutte le voci di agevolazione fiscale ma sara' poi il governo a decidere come intervenire. A subire una sforbiciata saranno anche i bonus per le ristrutturazioni edilizie, il terzo settore, le Onlus, l'Iva, le accise e i crediti d'imposta.
Errani: vergognoso scaricabarile
"Lo squilibrio dei tagli proposti dalla manovra che gravano in modo insopportabile su Regioni e Enti locali, basti pensare che poco meno del 50% dell'intervento finanziario grava sui bilanci delle Regioni, rappresenta un'ingiustizia e necessita di un serio riequilibro": lo afferma in una nota il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale "l'idea di dar luogo ad un vergognoso scaricabarile istituzionale non e' certo praticabile".
La commissione Bilancio del Senato ha approvato la manovra ieri La commissione ha approvato tutti gli emendamenti del relatore, due dei quali sono stati riformulati, nonche' una delle proposte di modifica delle opposizioni, riguardante le sentenze inappellabili.
Approvati tutti gli emendamenti del relatore, alcuni dei quali sono stati riformulati. E' stata trovata la mediazione sulla norma della manovra che riguarda il patto di stabilita' interno, con la ridefinizione di alcuni dei criteri che servono a individuare gli enti locali virtuosi. La misura aveva creato malumore tra i senatori meridionali del Pdl e aveva costretto alla sospensione dei lavori in commissione nella notte. Dopo un'impasse durata qualche ora, al termine di un vertice di maggioranza cui ha preso parte anche il presidente del Senato Renato Schifani, e' stata pero' trovata la quadra. Sono stati modificati dalla commissione anche gli emendamenti riguardanti l'ammortamento per le concessionarie e l'imposta di bollo sui depositi titoli.
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Naturalmente nessun taglio alle pensioni dei parlamentari e ai "costi" (SPRECHI) della politica in generale!!!
VERGOGNA!!!
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