venerdì 3 giugno 2011


Se ne è parlato poco e male fino alla decisione della Cassazione di mantenere in vita, seppur modificato, il quesito sul nucleare. Ma da quando si è diffuso il verdetto, la rete ha iniziato ad appassionarsi ai referendum abrogativi del 12 e 13 giugno. Prima l'imperativo era trascinare Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris alla vittoria. Missione compiuta, anche se resta da stabilire se e quanto per merito di Internet.

OBIETTIVO IL QUORUM. Archiviata la pratica amministrative, e incassato il parere favorevole della Corte, i social media italiani si sono riempiti di articoli, appelli e gruppi per portare i referendum al quorum. Una mobilitazione che coinvolge non tanto e non solo i comitati promotori, ma soprattutto centinaia di migliaia di comuni cittadini. Che hanno scelto di usare Facebook e Twitter, almeno in parte, per parlare della consultazione popolare alle porte. Al punto che l'hashtag #referendum è stato tra gli argomenti più popolari sul servizio di microblogging per diverse ore, a partire dalla sentenza della Cassazione.

Oltre mezzo milione per il «Battiquorum»

Tra i primi a darsi da fare il Popolo Viola, il movimento acefalo e multiforme nato sul social network di Mark Zuckerberg per organizzare il 'No Berlusconi Day', il 5 dicembre 2009. Questa volta il motore è la pagina-evento 'Battiquorum', nata «dall'esigenza elementare di raggiungere quella soglia di votanti che renda il referendum valido e quindi di indurre alla partecipazione al voto a prescindere dall'orientamento sui quesiti», come spiega a Lettera43.it il Viola Massimo Malerba. Il gioco lessicale sul batticuore rappresenta la passione per l'iniziativa referendaria, ma anche «il timore e la speranza», spiega Malerba, che si accompagna ai momenti che «segnano un cambio di passo decisivo nella sfera pubblica e privata». Come questo, lascia intendere Malerba.
L'idea, rappresentata da simboli bipartisan come il cuore e la bandiera italiana, ha funzionato: 550 mila adesioni, quattro milioni di invitati di cui è attesa la risposta. «Significa che il Battiquorum finisce nelle bacheche di un terzo delle persone iscritte a Facebook nel nostro Paese», conclude il Viola.

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