giovedì 23 giugno 2011

INTERCETTAZIONI- In linea col complotto. Bisignani: «Con leggi normali finisce la festa di Berlusconi».

La rete di relazioni tessuta da Luigi Bisignani è sempre più lunga e fitta. Il faccendiere orientava infatti le scelte del governo, anche in materia economica, grazie all'aiuto di Alfonso Papa, l'ex magistrato eletto in Parlamento che «spiava» per suo conto ogni situazione. Ai due si aggiungeva anche il maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica. Una "task force" di una vera e propria associazione a delinquere.
A contribuire al disvelamento
della piramide massonica, con  «modalità operative tipiche delle associazioni mafiose», come hanno scritto i pubblici ministeri, sono le intercettazioni telefoniche e ambientali disposte da Henry John Woodcock e Francesco Curcio, che hanno fatto emergere anche le lotte interne alla maggioranza.

IL MINISTRO GELMINI ALL'ATTACCO. Come quelle evidenziate dalla conversazione tra Bisignani e il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini che parlava della lite con «Fortunato» che dovrebbe essere il capo di gabinetto di Giulio Tremonti: «Guarda non è finita, io non mi faccio trattare come Bondi, mi dispiace», urlava la Gelmini al telefono.
Il ministro si esprimeva poi anche su alcuni colleghi, come «quell'imbecille di Cicchitto... Ha perso un'occasione per stare zitto».

LE CONVERSAZIONI CON RONCHI. Le intercettazioni ricostruiscono momento per momento i travagli della maggioranza proprio nel momento di maggior tensione. L'11 novembre, quando i rapporti tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini erano ormai vicini alla rottura, veniva intercettata una conversazione tra Bisignani e Andrea Ronchi, all'epoca fedelissimo del presidente della Camera, che assicurava: «No ma l'inculata non gliela dà Fini».
Giovedì, 23 Giugno 2011

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