lunedì 23 maggio 2011

Socialisti spagnoli travolti; indignados ancora in piazza

Ma Zapatero non si dimette e non annuncia elezioni anticipate

Madrid, 23 mag. (TMNews) - All'indomani del voto amministrativo in Spagna che ha sancito la netta sconfitta dei socialisti e del capo del governo Zapatero, la centralissima Puerta del Sol si è risvegliata nuovamente sotto uno strato di tendoni blu, quel villaggio alternativo nato spontaneamente la settimana scorsa in segno di protesta contro l'immobilismo politico. "Resteremo fino a domenica, ma non escludiamo di restare anche più a lungo", ha detto uno dei portavoce del movimento, nato su internet, per poi diffondersi rapidamente e strutturarsi. "Non c'è stato un calo di mobilitazione dopo le elezioni di ieri, continuiamo a crescere, la gente viene ad aiutarci".

Quanto al voto, come sottolinea la stampa spagnola anche quella (El pais) tradizionalmente vicina ai socialisti, l'effetto è stato quello - devastante - di uno tsunami e indubbiamente il voto è stata una cocente punizione all'esecutivo per l'elevato tasso di disoccupazione e la politica di austerity adottata contro la crisi. A trionfare sono stati i conservatori del Partito popolare, che hanno ottenuto il 37,58%, secondo gli ultimi risultati ormai quasi definitivi. Per il partito del primo ministro José Luiz Rodriguez Zapatero solo il 27,81% delle preferenze: un divario di dieci punti percentuali.

"So che molti spagnoli soffrono per gravi difficoltà (...) e che molti giovani guardano al loro futuro con preoccupazione, e oggi hanno espresso il loro malessere", ha dichiarato a caldo Zapatero. "Era ragionevole pensare che il partito socialista potesse subire una punizione a queste elezioni, noi ce ne assumiamo la responsabilità e comprendiamo" le regioni della sconfitta", ha aggiunto. Ma Zapatero - come sottolinea il quotidiano El Mundo - non ha annunciato quello che gran parte dell'opposizione si augura e auspica: nè dimissioni immediate nè convocazione delle elezioni anticipate a ottobre.

Particolarmente cocente per i socialisti la sconfitta a Barcellona, che guidavano dal 1979 e che adesso passa sotto il controllo dei nazionalisti catalani del Ciu; Xavier Trias, però, per governare avrà bisogno del sostegno del Pp. Debacle socialista, inoltre, anche a Siviglia, Saragozza, Cordoba e Jaen. I popolari conservano con la maggioranza assoluta la capitale Madrid e l'intera sua regione. Ai popolari va anche Valencia. Quanto alle regioni, invece, i socialisti conservano solo l'Andalusia, dove però ieri non si votava. Rischia di rimanere, con i Paesi Baschi, l'unica regione guidata dal partito di Zapatero.

tmnews.it/

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