RIFIUTI. Il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo annuncia che il sistema di telerilevamento entrerà in vigore dal primo settembre. Il procuratore Amendola: «Intanto i criminali rimangono impuniti».
Il primo giugno. Anzi no, il primo settembre. Ma solo in fase sperimentale. Per testare l’avvio completo del sistema di telerilevamento satellitare dei rifiuti Sistri bisognerà ora aspettare il primo gennaio 2012, giorno in cui sarà obbligatorio anche per i produttori di rifiuti pericolosi che abbiano fino a 10 dipendenti. Fino a quel momento l’obbligo entrerà in vigore a scaglioni di un mese alla volta, proporzionalmente a grandezza, attività e numero dei dipendenti delle imprese. Il rinvio, il terzo, comunicato da una nota del ministero dell’Ambiente, è diretta conseguenza di una serie di tavoli tecnici con le associazioni di categoria che chiedevano più tempo per gli adeguamenti al software e alla tecnologia utilizzata.
Problemi che devono essere diventati improvvisamente insormontabili negli ultimi quattro giorni, se è vero che appena il 23 maggio scorso il ministro Prestigiacomo, a margine delle commemorazioni per la strage di Capaci, a chi le chiedeva di un’ipotesi di rinvio del Sistri, rispondeva con parole nette: «Il Sistri entrerà in vigore il primo giugno, senza ritardi». In verità, in fase di test il telerilevamento ha già subito numerosi malfunzionamenti; da molti è giudicato troppo invasivo, e la prova del click day dell’11 maggio scorso si è rivelata un flop. Segno, con ogni probabilità, della permanenza di problemi strutturali per un sistema composto da centraline, sim card e chiavette usb non sempre di facile utilizzo.
Ma il lato più inquietante, e più nascosto, è la vacatio legis del regime sanzionatorio legato al reato di traffico illegale di rifiuti, proprio quello che il Sistri ha l’obiettivo di prevenire e contrastare. L’allarme, lanciato dalle colonne di Terra il 30 gennaio scorso dal procuratore capo di Civitavecchia Gianfranco Amendola, padre del diritto ambientale italiano, è stato ribadito appena ieri dallo stesso magistrato: «In vista dell’entrata in vigore del Sistri il vecchio regime sanzionatorio, che era efficace, è stato abrogato. Poi il Sistri è stato rinviato più volte. Ad oggi, quindi, secondo molti giuristi ci troviamo in una rischiosa vacatio legis in cui i magistrati possono chiedere l’applicazione delle precedenti sanzioni solo in via logica. Ma è un’interpretazione contestabile, e ci sono elevate probabilità che gli ecocriminali possano farla franca».
La priorità sarebbe far tornare immediatamente in vigore le vecchie sanzioni fino a che il Sistri non sarà a pieno regime. «Ho scritto una lettera al ministro Prestigiacomo chiedendole di intervenire, nemmeno mi ha risposto», allarga le braccia il procuratore. Amendola punta il dito anche contro «la grande confusione che circonda un sistema che in astratto è utile, ma che nella sua applicazione pratica è ancora molto confuso. Attualmente, quindi, la situazione è certamente peggiore di prima. E la cosa più grave è che nessuno se ne fa carico». Le ecomafie, intanto, non staranno certo a guardare.
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