Proteste contro il processo di beatificazione del predecessore di Benedetto XVI
La beatificazione di Giovanni Paolo II suscita una forte reazione contraria da parte delle vittime degli abusi dei religiosi della Chiesa cattolica. Secondo le dichiarazioni riportate da Der Spiegel il pontefice morto nell’aprile del 2005 avrebbe tollerato a lungo le molestie e le violenze subite da moltissimi fedeli, un rimprovero che si estende anche all’attuale Papa, Benedetto XVI, che ha accelerato il processo di santificazione del suo predecessore.
LE VITTIME DEI PRETI PROTESTANO - A pochi giorni dalla beatificazione di Giovanni Paolo II le organizzazioni che rappresentano le vittime delle violenze dei preti protestano contro il processo di santificazione del Papa polacco. Nessuno mette in dubbio i miracoli compiuti, ma vengono evidenziate i comportamenti di colposa negligenza su quanto accaduto all’interno della Chiesa durante il suo pontificato. “Non per me personalmente, ma per tutte le vittime nel mondo, che sono state abusate da giovani e da bambine quando Giovanni Paolo II era in carica, questa beatificazione rappresenta sale nelle loro profonde e ancora fresche ferite”, ha dichiarato Norbert Deref, presidente della rete delle persone colpite da violenza sessuale. “Invece che beatificare un papa morto, la Chiesa dovrebbe aiutare le vittime degli abusi”, ha chiesto Denef, una proposta che probabilmente rimarrà inascoltata.
Anche dagli Stati Uniti sono arrivare voci di protesta. “La violenza sessuale è fortemente radicata nella cultura e nella prassi dei preti e dei vescovi cattolici, anche perché Giovanni Paolo II ha tollerato per decenni questi comportamenti”, ha detto Barbara Blaine, presidente della Snap, associazione che riunisce le vittime delle violenze dei preti.
NELLA BEATIFICAZIONE GLI ABUSI NON CONTANO – L’anno scorso è esploso uno scandalo che ha coinvolto numerosissimi casi di violenze effettuate da religiosi appartenenti alla Chiesa cattolica. Scandalo che ha coinvolto numerosi Paesi europei e gli Stati Uniti. La copertura offerta dai vertici del Vaticano ai molestatori è stata ampiamente criticata, ma nonostante il fatto che le violenze si siano concentrate durante il pontificato del Papa polacco lo scandalo non ha fermato il processo di beatificazione deciso da Benedetto XVI a soli tre mesi dalla sua morte, un’eccezione rispetto ai cinque anni previsti dalle regole. Il processo di santificazione prevede che venga verificato se il candidato sia morto da martire oppure che abbia commesso un miracolo. La guarigione da una grave malattia di una suora francese è il miracolo compiuto da Giovanni Paolo II, pontefice amatissimo in vita, ma dopo la sua scomparsa numerosi comportamenti controversi sono emersi.
Un’alleanza ecumenica tra protestanti e cattolici ha protestato per esempio per il mancato sostegno al vescovo de El Salvador Oscar Romero, al quale il Papa polacco non concesse udienza e che fu sostanzialmente abbandonato nelle mani dei suoi carnefici, la giunta militare che aveva preso il potere nello Stato centramericano.
29 aprile 2011
giornalettismo.com/le-vittime-degli-abusi-contro-giovanni-paolo-II
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