In principio fu Gianfranco Fini. Per lunghi mesi di contrapposizioni e distinguo, è stato il presidente della Camera la spina nel fianco della maggioranza. Ora che Fini ha dato vita a un suo progetto politico nell'ambito del Terzo polo, e dunque dell'opposizione, il suo posto non è rimasto vacante.
A occuparlo c'è, da qualche tempo, Umberto Bossi. Dalla gestione dell'emergenza immigrati ai bombardamenti mirati sulla Libia,
dal decentramento dei ministeri al referendum sull'acqua, passando per la campagna elettorale di Letizia Moratti,
le parole del Senatùr ricordano sempre più da vicino quelle che, nel Popolo della libertà (Pdl), venivano chiamate
«controcanto» quando era Fini a pronunciarle. Difficile che l'esito sia lo stesso, cioè una rottura.
A meno che non si cambi la legge elettorale. Come sta provando a fare, non a caso, la Lega. L'ultimo segnale che ha contribuito ad accendere qualche ulteriore campanello d'allarme è arrivato nella serata del
25 maggio quando Umberto Bossi non si è presentato a un incontro con Letizia Moratti alla periferia di Milano.
Giovedì, 26 Maggio 2011
lettera43.it/ora-anche-il-senatur-fa-il-controcanto-alla-maggioranza
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