Umberto alle crociate: Perché la Lega ha bisogno della Chiesa.

«La Lega Nord è contraria alla guerra e soprattutto a quelle che coinvolgono dei poveretti, che poi inevitabilmente si riverseranno nel nostro Paese», la linea del Carroccio è chiara e non cede di un millimetro davanti al cambio di strategia della missione italiana in Nordafrica.
Il partito all'interno della maggioranza che va contro la maggioranza per difendere la sua politica neutralista si erge a paladino del pacifismo e si avvicina ancora di più alla Chiesa.

IL TRAIT D'UNION CON LA CHIESA. «Un avvicinamento naturale», commenta Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord e fondatore di Padania cristiana, in risposta soprattutto a chi lo definisce invece «strumentale». I leghisti non negano infatti le due motivazioni: «È vero che vogliamo evitare un esodo biblico, ma è anche vero che siamo sempre stati critici nei confronti delle guerre che rischiano di colpire obiettivi civili. La nostra è una linea umanitaria, è questo il trait d'union con la Chiesa».

Irene Pivetti, l'anello di congiunzione
Papa Benedetto XVI, ai tempi cardinale Ratzinger con l'allora presidente della Camera Irene Pivetti.
L'ennesima convergenza con il mondo cattolico insomma, che soprattutto in periodo di elezioni, potrebbe giovare come una benedizione.
Lo sa bene Pierferdinando Casini, orfano di quel bacino bianco fiore, che soprattutto al Nord, ancora prima di Tangentopoli, si è tinto di verde.
E lo ricorda anche Irene Pivetti, che nel 1990 fu chiamata da Umberto Bossi proprio per il suo passato di attivista. La ex presidente della Camera, infatti, fin da studente era militante della Fuci, nonché  membro del Comitato nazionale di gioventù Aclista. «Bossi mi chiese di entrare in politica proprio perché molti cattolici votavano la Lega che era però un partito laico e necessitava di figure che rappresentassero un pensiero cattolico fuori dalla Dc», racconta l’ex presidente della Camera, che dal 1990 al 1994 fu anche responsabile della consulta cattolica della Lega lombarda.

UN PROBLEMA POLITICO DA RISOLVERE. Quando nel 1990 in Lombardia la Dc perse oltre mezzo milioni di voti, la Lega Nord capì che c’era un problema politico da risolvere: «Lo sforzo era quello di essere distanti dalla Dc ma non più dalla Chiesa contro cui Bossi invece sparava a zero», ricorda Pivetti, che sottolinea però come «l’osso duro sia sempre stato la Cei, la roccaforte politica del clero, non il Vaticano. Sul territorio i parroci capivano invece i discorsi dei leghisti, che aldilà delle sparate erano cittadini comuni che facevano volontariato e frequentavano la Chiesa».

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