A un mese dall'inizio della campagna in Libia, appare sempre più difficile una vittoria militare della guerra. Per lo storico Massimo de Leonardis, studioso dei passati conflitti militari, le esperienze sul campo hanno dimostrato che «partire da sole, come hanno fatto Francia e Gran Bretagna, non ha mai funzionato».
DIPLOMAZIA, ULTIMA SPIAGGIA. «Anche a Suez, nel 1956, fu un fiasco», ha ricordato il professore della Cattolica di Milano a Lettera43.it, «in questo caso, se gli alleati non fossero mai intervenuti, la guerra civile tra Muammar Gheddafi e gli insorti si sarebbe già chiusa con la vittoria del raìs».
Adesso invece che siamo in ballo e che la Nato non sblocca la situazione, lo scenario più probabile, a meno di un «surreale e brutale attacco militare dell'Alleanza atlantica», è affiancare alla missione una mediazione diplomatica, mettendo in conto «l'abbandono del potere del Colonnello in cambio della sua incolumità».
LA DIVISIONE IN DUE PROVINCE. Oppure la divisione della Libia in Cirenaica e Tripolitania, come «all'epoca dell'impero ottomano», ha precisato De Leonardis. Una mezza vittoria per il raìs che, «considerato l'appoggio popolare di cui gode il regime in certe aree, Gheddafi, pur non piacendo a nessuno, si è comunque guadagnato».
23 Aprile 2011
lettera43.it/secondo-lo-storico-la-nato-trattera-con-gheddafi
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