martedì 26 aprile 2011

Conflitto in Nordafrica. Il Cavalier bombarda

Berlusconi: raid italiani in Libia. Via libera dal Colle.

Un cambio di rotta a sorpresa, quello del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul conflitto libico. Dopo aver tenuto una posizione defilata, soprattutto a causa dell'amicizia con Muammar Gheddafi, il premier ha infatti fatto sapere, tramite una nota diffusa da palazzo Chigi datata 25 aprile, che l'Italia è pronta a intervenire attivamente con le forze militari della Nato per bombardare i militari che sostengono la resistenza del raìs.
«Berlusconi ha avuto una lunga conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama», ha rivelato il messaggio, «sugli sviluppi della crisi libica». Nel corso del colloquio, si legge nella nota, «il premier ha informato il presidente Usa che l'Italia ha deciso di rispondere positivamente all'appello lanciato agli Alleati dal segretario generale della Nato in occasione della riunione del Consiglio atlantico del 14 aprile scorso a Berlino,  per aumentare l'efficacia della missione intrapresa in Libia in attuazione delle Risoluzioni Onu 1970 e 1973».

LE PROTESTE DEL CARROCCIO. Nonostante il ministro della Difesa Ignazio La Russia abbia subito buttato acqua sul fuoco, parlando di bombardamenti che «non saranno indiscriminati, ma missioni con missili di precisione su obiettivi specifici», la Lega Nord, tramite le parole del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, ha subito dichiarato il suo dissenso:
«Se questo volesse dire bombardare non se ne parla. Il mio voto non l'avranno mai». L'esponente del governo ha spiegato di essere «contrario a qualunque ulteriore intervento in Libia. Abbiamo già fatto abbastanza. Personalmente non avrei dato neanche questa disponibilità se non in cambio di un concreto concorso delle forze alleate al respingimento dell'immigrazione clandestina e alla condivisione del peso dei profughi».

BERLUSCONI: «PARLO IO CON BOSSI». La risposta alle proteste della Lega è arrivata direttamente dal premier Berlusconi che, precisando che l'Italia non può sottrarsi ai propri impegni internazionali, ha assicurato: «Parlo io con Bossi».

FRATTINI: NON SERVE IL VOTO DELLE CAMERE. E contro le proteste della Lega, si è schierato anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ha precisato: «Abbiamo avuto dal Parlamento un mandato pieno ad applicare la risoluzione 1973 dell'Onu, che autorizza a fare tutto quello che è necessario per proteggere la popolazione libica. La risoluzione è chiarissima, ed è in quell' ambito che continuiamo ad operare: non occorre alcun voto».

NAPOLITANO: NATURALE EVOLUZIONE NOSTRO IMPEGNO. Nella tarda mattinata del 26 aprile, sulla decisione dell'Italia di partecipare ai bombardamenti, si è espresso anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano: «Il nuovo impegno dell'Italia è la naturale evoluzione delle scelte fatte dal nostro paese», ha detto il presidente.
Il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, invece, ha denunciato come la protesta di Calderoli faccia emergere una spaccatura all'interno dell'esecutivo che di fatto «apre una crisi di governo».
Segnali di apertura sono arrivati invece dal Pd. La capogruppo al Senato dei democratici, Anna Finocchiaro, ha sottolineato, come i piddini «non faranno mancare il loro sostegno» alla nuova strategia italiana in Libia. Ma solo nel caso in cui questa «rimanga all'interno della risoluzione 1973 dell'Onu».
Lunedì, 25 Aprile 2011

lettera43.it/libia-il-governo-da-l-ok-alla-nato-per-attacchi-aerei-italiani

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