Maroni: la decisione sui bombardamenti è "incomprensibile". Bossi si nega al telefono al presidente del Consiglio
Roma, 28 apr. (TMNews) - Dopo il gelo improvviso calato sul governo con la decisione di bombardare gli obiettivi militari in Libia, Silvio Berlusconi sale al Quirinale per discutere le prossime mosse, compreso il rimpasto di governo. Il premier andrà al Quirinale insieme al sottosegretario Gianni Letta. La Lega, nel frattempo, ha confermato con il ministro Maroni che la decisione di Silvio Berlusconi di unirsi ai raid Nato è "incomprensibile". Il Carroccio ha chiesto un dibattito in parlamento e magari un voto, opzione assai pericolosa per la maggioranza. Ma il presidente del Consiglio assicura: "Indietro non si torna. Il voto non ci fa paura".
"Il governo è in pericolo se non fa quello che deve fare, se si limita a far cose contrarie al sentire comune, alle nostre valutazioni" ha detto ieri Maroni dopo un incontro col leader Umberto Bossi, alla domanda se il governo sia a rischio dato lo scontro fra il premier e il Carroccio. "Su questa questione ho capito che ci sarà un dibattito in Parlamento" ha detto Maroni, e anche un voto: "L'opposizione mi pare che lo richieda a questo punto. E fino ad allora io non vedo possibilità per noi di cambiare la nostra linea".
Aerei ed equipaggi italiani sono pronti a bombardare in Libia in base a quanto detto dai ministri La Russa e Frattini in Parlamento. "Al termine di questa informativa (alle 16 di ieri pomeriggio, ndr) saranno messi a disposizione della Nato per essere impiegati", ha annunciato il ministro della Difesa Ignazio La Russa insieme al capo della diplomazia Franco Frattini, davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Nel pomeriggio, il partito di Bossi era sembrato conciliante: "La nostra non è una posizione contro il governo, è dentro il governo. Si mettano l'anima in pace coloro che fanno paragoni con il governo Prodi", ha dichiarato il capogruppo leghista alla Camera Marco Reguzzoni. Maroni più tardi ha però corretto: "La linea è quella dettata da Bossi e illustrata sulla Padania. Siamo contro la guerra, siamo contro le bombe. Dopo di che ci sarà un dibattito in Parlamento, lì vedremo, sentiremo, valuteremo, decideremo".
Un vertice fra Bossi e Berlusconi potrebbe distendere gli animi. Il problema è che il Cavaliere ha tentato di rintracciare il senatùr, sembra senza esito. Il silenzio del leader leghista, che si è negato al telefono per tutto la giornata, ha reso incerta la data del vertice tra i due, che tutti davano ormai per imminente.
tmnews.it/
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