venerdì 4 marzo 2011

Studenti in piazza: “Siamo stanchi del Governo”

Di nuovo in piazza. L’onda ritorna. Per manifestare in difesa della Costituzione e contro gli attacchi alla scuola pubblica. Crescono le adesioni alla manifestazione del 12 marzo. Le parole d’ordine sono rabbia e indignazione. I motivi? Le parole di Berlusconi sulla scuola pubblica. I continui strappi provocati dal premier al tessuto istituzionale del Paese. Una riforma universitaria di fatto inapplicata e che trascina nel caos gli atenei italiani. E, soprattutto, le continue distorsioni che le scelte del governo imprimono al dibattito sull’istruzione.
Verso il 12 marzo. Tra le adesioni alla manifestazione del 12, quella della Rete degli Studenti. “Le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla scuola pubblica sono sconcertanti. Siamo stanchi di sentire continuamente Berlusconi e i suoi ministri attaccare la scuola e l’università pubbliche”. Ancora: “Come studentesse e studenti e come cittadini crediamo che sia arrivato il momento di smetterla, da mesi continuiamo a mobilitarci e il 12 marzo saremo di nuovo in piazza, per difendere la dignità e diritti dell’Italia”.


I docenti di Diritto e Economia. E anche i professori scenderanno in piazza con i loro alunni. L’adesione alla manifestazione del 12 arriva dai docenti di Diritto e Economia. Che esprimono “la più ferma indignazione per le espressioni offensive, non rispondenti al vero e generalizzatrici usate dal Presidente del Consiglio nei confronti dei docenti della scuola pubblica statale”. Non manca un pro memoria al premier: “Ricordiamo a Berlusconi che per essere uomo di Stato non servono le autodefinizioni celebrative ma comportamenti privati e pubblici coerenti con la funzione di cui si è investiti. Uno statista difende anzitutto lo Stato che rappresenta e le istituzioni, come la scuola, attraverso cui esso esplica la sua primaria funzione di servizio”.

Partigiani. Tra i tanti che manifesterenno anche i ragazzi della Federazione degli Studenti. “Scenderemo nelle piazze di tutta Italia per difendere i nostri diritti, per far sentire la nostra voce di giovani che credono in un’Italia migliore di quella berlusconiana”. Poi la critica al presidente del Consiglio, ai suoi “continui attacchi” che minano istituzioni. E la dichiarazione d’intenti: “Ci definiamo Partigiani della Conoscenza e del sapere pubblico, liberiamo di nuovo l’Italia”.

La scuola non è un feticcio. Calibrate e dure anche le affermazioni che arrivano dall’Unione degli Studenti. C’è insofferenza. Per un dibattito sulla scuola che non affronta mai i problemi con cui gli studenti hanno a che fare tutti i giorni. “Sono mesi che proponiamo idee e pratiche di partecipazione. E tutto ciò viene totalmente eluso”. Ancora: “Il tema non è, quindi, se gli studenti si mobiliteranno il 12 marzo. Il tema è se il 12 marzo la scuola pubblica sarà elemento di difesa costituzionale o se sarà un feticcio, un’ulteriore chiave per parlare di quanto Berlusconi sia in grado di governare o meno e non di come trasformare i luoghi della formazione”.

I collettivi. Proposte arrivano anche dai collettivi universitari. Come quelli riuniti nel network Atenei in Rivolta: “Come studenti non possiamo rimanere indifferenti. Vogliamo schierarci in difesa della scuola e dell’università pubblica, come in tanti stanno facendo anche grazie all’appello promosso da  RepubblicaFirma l'Appello..clicca qui

Infine, l’idea di una grande manifestazione “che risponda al grido di rivolta che attraversa il Mediterraneo e che mostri come anche qui nel nostro paese, in Europa, è possibile riprendere in mano il proprio presente in nome di un futuro diverso”.
 3 marzo 2011

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