giovedì 3 marzo 2011

Lele Mora verso il fallimento. Sul conto un transito sospetto

“Per Lele Mora si mette sempre peggio. Non bastava (in ordine cronologico) il fallimento della sua Lm management, non bastavano le inchieste per evasione fiscale e bancarotta fraudolenta, non bastava per il Ruby gate l’accusa di favoreggiamento della prostituzione e concorso in prostituzione minorile, da ieri per l’agente di spettacolo con il busto di Mussolini in casa, c’è una richiesta di fallimento personale.

Ad avanzarla sono stati i pm di Milano, Eugenio Fusco e Maurizio Carducci. I magistrati hanno inoltre chiesto il fallimento di altre due società: la Lm Production e la Diana immobiliare, in modo che venga impedito a Mora di esercitare ogni tipo di attività imprenditoriale.

Astronomico il debito accumulato: sfiora i 20 milioni di euro. Al curatore fallimentare, Salvatore Sanzo, non è arrivato neppure un euro del milione e 200 mila che Berlusconi ha dato a Mora, come ha detto in un video messaggio lo stesso premier. Quei soldi la Procura di Milano li sta ancora cercando. E non si sa al momento neppure da dove siano arrivati e a chi Lele Mora abbia girato 140 mila euro, che nel 2010 sono transitati su un suo conto aperto alla Banca di credito cooperativo della Brianza. I due terzi di quei soldi sono stati prelevati tra il 22 e il 25 ottobre, in parte in contanti e in parte in assegni circolari. Proprio il 23 e il 25 ottobre ad Arcore, ci sono stati due festini.

Sul fallimento finale di Lele Mora deciderà il giudice Filippo Lamanna il prossimo 6 aprile, lo stesso giorno in cui si apre il processo a Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Per Mora poi, sempre il 6 aprile, potrebbe arrivare la decisione del gup, sempre di Milano, Federica Centonze, sulla richiesta di rinvio a giudizio per evasione fiscale. Il coimputato Fabrizio Corona, invece, ha scelto il rito abbreviato.

L’uomo che porta tante ragazze a villa San Martino, però, spera in un futuro politico: “Mi candido alle elezioni con una partito di destra, forse il Pdl”, ha detto a Exit. “Se mi vorranno sono pronto a questa scelta, dopo che mi avranno assolto o prosciolto, visto che chi è inquisito non può fare il mestiere di politico, o almeno, non dovrebbe”. Chissà se lo ha detto al suo amico presidente del Consiglio.
3 marzo 2011

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