giovedì 10 marzo 2011

LA MOBILITAZIONE: Vecchioni: "Scuola e libertà gli uomini formati da questi valori"

ROMA - Il professor Roberto Vecchioni, vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo, ha 37 anni d'esperienza da insegnante: greco, latino, italiano nei licei di Milano, Rho e Desenzano. Ha aderito subito alla manifestazione di sabato prossimo e spiega: "Difesa della Costituzione e difesa della scuola pubblica, questo è il mio mondo. Ho speso una vita intera a parlare della libertà della parola e della parola che forma gli uomini. Stare insieme ad altre duecentomila persone in nome della parola, adesso, vuol dire andare alle radici del vivere civile".

E' un valore la difesa della scuola pubblica?
"Essenziale. La scuola pubblica non è facoltativa, non può dividersi con quella privata. Per questioni morali, disciplinari, civili, politiche. Garantisce l'uguaglianza ed è la cosa da sovvenzionare di più. La scuola pubblica regala cittadini liberi".

Vogliamo tornare sulle frasi del premier, i professori che inculcano agli studenti pensieri diversi da quelli delle famiglie?
"Silvio Berlusconi è impreparato, nonostante sbandieri la sua conoscenza del greco. Inculcare è un verbo violento, d'obbligo. Il problema è che non gli drena la testa, quel che gli arriva dice: l'istinto è quello. E dice cose fortemente repressive".

Cosa pensa delle riforme Gelmini, scuola, università.
"Non sono belle riforme, ma è impossibile cambiare la scuola in un paese dalle culture separate. Dopo 150 anni tentiamo ancora di capirci, divisi da chi ha il potere e lo gioca per il suo interesse. La Gelmini non è riuscita a mettere nelle sue riforme le parole uguaglianza e serenità. Il merito deve trionfare, ma i punti di partenza devono essere uguali per tutti. È la democrazia".

Nel Duemila si è congedato. Con che pensione?
"Millesettecento euro al mese, dopo 37 anni di insegnamento".

Ha cantato gli studenti in piazza, con i libri a far da scudo.
"Sono belli tosti e hanno ragione quasi in tutto. Non sono violenti, ma hanno una rabbia e un'intensità che darà risultati. Non so se costruiranno un movimento grande come quello del '68, le idee hanno bisogno di tempo e questi ragazzi devono trovare un lavoro, un uomo, una donna...".

Stanno dentro la precarietà.
"Come i miei figli. La più grande è un bravo architetto e guadagna 800 euro al mese, la seconda vende case e lavora dieci ore al giorno, il terzo si paga l'università facendo le notti in un ristorante e il quarto... Non studia, non lavora. Credeva che la frase di "Chiamani ancora amore", "quel bastardo sempre al sole", l'avessi dedicata a lui".

E invece a chi era dedicata, al premier?
"Certo, ma lo lascio immaginare".

 10 marzo 2011

repubblica.it/scuola/vecchioni_scuola_e_libertà

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