L'arcivescovo di Genova precisa su quanto riferito da Berlusconi sul confronto tra Santa Sede e istituzioni italiane: "Una prassi normale, dal valore simbolico". E aggiunge: "La fedeltà è un valore anche in politica". Ruini: "L'Italia smetta di autoflagellarsi"
GENOVA - "Un incontro istituzionale, di prassi, che ha il suo valore simbolico e anche contenutistico sostanziale, quindi nella norma dell'incontro e del rapporto tra le istituzioni". L'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, commenta così l'incontro di ieri tra i vertici dello Stato italiano e quelli della Santa Sede per la ricorrenza della firma dei Patti Lateranensi. L'incontro, ha aggiunto il porporato a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ecclesiastico, è andato "come risulta, sostanzialmente bene in maniera tranquilla, andiamo avanti". Le parole di Bagnasco sembrano avere il chiaro valore di una precisazione dopo che ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a fronte di una palpabile freddezza, aveva riferito di un incontro andato "benissimo".
Bagnasco ha anche risposto ai giornalisti che chiedvano se la fedeltà sia un valore anche in politica. "La fedeltà è un valore a tutti i livelli", ha risposto l'arcivescovo. "Quella della fedeltà è una categoria fuori moda dal punto di vista culturale", continua, "perchè è sinonimo di noia, di ripetizione noiosa delle stesse cose, quasi di prigione della libertà, della spontaneità dei sentimenti, delle azioni e delle esperienze". Conclude Bagnasco: "Bisogna recuperare la categoria delle fedeltà - ha proseguito - sia sul piano dell'amore, dell'amicizia, della vita in generale, del proprio lavoro, dei propri doveri, come la categoria che veramente consente nella ripetizione motivata dei propri doveri la costruzione dell'uomo".
In occasione dei suoi 80 anni, anche l'ex presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini, commenta il momento politico del Paese in un'intervista ad Avvenire: "Se smettessimo di autoflagellarci e autocommiserarci", ha detto Ruini, "potremmo guardare realisticamente ai problemi, per risolverli". "Credo siano difficoltà contingenti, superabili se si evitano le crisi istituzionali, e se ogni istituzione ha rispetto delle altre istituzioni". 19 febbraio 2011
repubblica.it/bagnasco
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