lunedì 14 febbraio 2011

STAMPA ESTERA: Le donne italiane in prima pagina. Ft:"Arrivederci Silvio, è ora di andare"

Tutti i maggiori organi di informazione internazionale dedicano ampio spazio alle manifestazioni del 13 febbraio. Durissimo affondo del quotidiano della City: "Berlusconi infanga il nome dell'Italia, sarebbe meglio per la sua nazione e per la Ue se la sua carriera politica finisse". Nyt: "Voci rabbiose contro il premier"

manifestazione delle donne italiane a New York
LONDRA  -  La marcia di protesta che ha portato oltre un milione di persone nelle piazze d'Italia contro Berlusconi fa il giro del mondo. Dalla Bbc alla Cnn, dal Financial Times al Wall Street Journal, da Le Monde al New York Times, tutti i maggiori media internazionali riportano con ampio rilievo le dimostrazioni di massa contro il premier italiano.

Fra i commenti spicca quello del quotidiano della City. In un editoriale non firmato, quindi espressione della direzione del giornale, dal titolo inequivocabile, in italiano, "Arrivederci, Silvio" (e dal sottotitolo ancora più chiaro: "L'Italia ha molti degni servitori dello stato, escluso Berlusconi"), il Financial Times auspica  -  e non è la prima volta  -  le dimissioni del presidente del Consiglio, esortando implicitamente l'Unione Europea a contribuire ad affrettarne l'uscita di scena. "Sette anni fa il suo medico disse che Berlusconi è tecnicamente immortale e a tratti il miliardario italiano sembra anche politicamente indistruttibile, ma così come l'affermazione del suo medico conteneva un tocco di esagerazione, si può star certi che anche la carriera politica di Berlusconi un giorno finirà", scrive il Ft. "Sarebbe meglio per la sua nazione, e per l'Unione Europea, se quel giorno arrivasse prima che poi".

"Esistono poche democrazie in cui un primo ministro coinvolto in una vicenda come la sua (il processo per il Rubygate e gli altri problemi giudiziari, ndr.) non darebbe le dimissioni per risparmiare al proprio paese e al proprio governo le difficoltà mentre lui cerca di ripulire il suo nome in tribunale", continua l'editoriale. "Ma questo non è lo stile di Berlusconi. Restando al suo posto, il premier garantisce che il nome dell'Italia continuerà a essere infangato sui media internazionali. Garantisce che la sua coalizione di centro-destra, sorretta da una fragile maggioranza, sarà distratta dai suoi compiti e incapace della vigorosa azione che sarebbe necessaria. Infine, restando al suo posto egli fa apparire l'Unione Europea sciocca e ipocrita nel dare lezioni a Egitto e Tunisia e altri paesi non europei su come dovrebbero governare se stessi, quando contiene un tale supremo esempio di malgoverno al proprio interno". L'Italia ha molti degni servitori, conclude il Financial Times, "da Giorgio Napolitano a Mario Draghi, che fanno onore al proprio paese e rappresentano l'Italia al meglio. Berlusconi  non è tra questi, e il suo rifiuto di fare la cosa giusta e dimettersi è niente meno che vergognoso".

Poi, in una corrispondenza da Roma e Milano sulle manifestazioni di ieri, il quotidiano finanziario britannico rivela una notizia interessante:  "La pioggia non ha tenuto le folle lontane dalla piazza a Milano, la città natale di Berlusconi, dove un alto funzionario della polizia ha stimato il numero dei partecipanti a 100 mila persone. Parlando con il Financial Times, il funzionario ha aggiunto che 'moralmente' egli si sentiva di essere insieme ai dimostranti".

I titoli degli altri maggiori quotidiani inglesi dicono tutto: "Berlusconi sente la rabbia di una nazione di donne", è il titolone a tutta pagina del Daily Telegraph, illustrato da foto di piazze piene. Il Guardian ricorda che, secondo una statistica del World Economic Forum sulla diseguaglianza di trattamento trai sessi e la discriminazione delle donne, l'Italia figura al 74esimo posto fra 134 paesi, "33 posizioni alle spalle del Kazakhstan".

Per il francese le Monde, l'affaire Ruby è "la goccia che ha fatto traboccare il vaso" e portato in piazza gli italiani che temono che Berlusconi rifletta un'immagine distorta del loro paese.

Anche la stampa americana dedica ampio rilievo alle proteste: "Voci rabbiose si levano contro Berlusconi", titola il New York Times, "Le donne protestano contro lo scandalo Berlusconi", titola il Wall Street Journal.
 14 febbraio 2011

repubblica.it/stamapa-estera

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