lunedì 14 febbraio 2011

CASTA- Transfughi, in regalo l'auto blu

Da Scilipoti alla Polidori, da Razzi alla Siliquini: i deputati che sono passati con Berlusconi adesso girano con autista e lampeggiante. E aspettano con ansia le 'loro' poltrone nel prossimo rimpasto di governo

Da sinistra. Domenico Scilipoti, Elio Belcastro, Catia Polidori, Luciano Sardelli, Bruno Cesario, Silvano Moffa
C'è chi per un posto di governo è disposto a ripercorrere il Cammino di Santiago de Compostela, come i mendicanti medievali. È il caso dell'ex giornalista del Tg1 Francesco Pionati, oggi deputato dell'Alleanza di centro, l'Adc.

Ogni fine settimana il figlio dell'ex sindaco di Avellino riunisce i suoi aderenti in un'amena località religiosa: a Padova, presso la basilica di Sant'Antonio, a Cassino, sotto l'abbazia di San Benedetto. A una certa ora, miracolo, si materializza la voce di San Silvio, in collegamento telefonico con i discepoli pionatiani, puntualmente ripreso da tutti i tg della sera. Malignano che non di iscritti all'Adc si tratti, ma di autentici pellegrini arruolati per una giornata a basso costo e tutto compreso, visita al monastero-messa-pranzo al sacco-telefonata del presidente del Consiglio, ma l'importante è che tutto questo girovagare serva a consegnare a Pionati la tanto desiderata poltrona di sottosegretario. Altrimenti non resterà che andare a Lourdes.

Pionati è solo una delle tante anime in pena che soffrono in questi giorni di passione. Il Cavaliere li chiama la terza gamba della maggioranza, insieme a Pdl e Lega. Sono i 21 deputati del gruppo dei Responsabili. "Più disponibili che responsabili", corregge un collega. Formati da transfughi di ogni genere (c'è l'imprenditore ex veltroniano e l'operaio ex dipietrista, l'ex fascista e l'ex comunista), una babele di dialetti e di idiomi preferibilmente originari del regno delle Due Sicilie, decisivi per tenere in vita Berlusconi e la legislatura. La casella a sorpresa nelle grandi e infime manovre dei rimpasti e degli allargamenti prossimi venturi che devono consentire al governo di superare i passaggi più delicati: la ripresa dello scontro sulla giustizia, il federalismo, il tentativo di riportare il processo breve nell'aula di Montecitorio nelle prossime settimane e il vero match di cui già si vocifera, l'eventuale conflitto di attribuzione da sollevare con il tribunale di Milano sul processo Ruby.

All'ultima cena nell'abitazione romana di Silvio Berlusconi sono stati omaggiati di una cravatta e di un pacco dono preparato dai ragazzi della Comunità Incontro di don Pierino Gelmini. Ma la vera sorpresa li attendeva all'uscita, nel cortile di palazzo Grazioli. Arriva una macchina con lampeggiante e carica tutto felice l'ex Idv Domenico Scilipoti, detto "the Penguin", il Pinguino. Arriva un'altra vettura con sirena e prende in consegna Catia Polidori, l'ex finiana. Entrano altre berline e salgono a bordo Maria Grazia Siliquini (ex Futuro e Libertà) e Antonio Razzi (ex Italia dei Valori). Un carosello di autoblu degno delle Zil nere che segnalavano il saliscendi dei gerarchi nella nomenklatura brezneviana. Anche se la scorta, giustificata con le minacce ricevute dai transfughi dopo il passaggio nel campo berlusconiano, è solo il primo gradino. Verso il trionfale ingresso nel governo.

Nonostante le smentite di rito, nelle cucine berlusconiane stanno preparando il rimpasto. Per superare indenne la corsa a ostacoli delle prossime settimane a Berlusconi non bastano i 314-315 deputati finora racimolati. Bisogna allargare, anche perché il prezzo, le condizioni poste da ciascun componente del gruppo, diventa di giorno in giorno più esoso. "Per votare la fiducia a Sandro Bondi i due deputati sud-tirolesi pretendevano il parco dello Stelvio. Cosa vorranno per salvare Berlusconi dal processo: il lombardo-Veneto?", sbotta un deputato del Pdl.

Ecco perché è diventata così importante la possibile new entry radicale, che vale da sola sei deputati alla Camera e consentirebbe al governo di superare la soglia di sicurezza. Berlusconi e Marco Pannella non hanno bisogno di mediatori, sono in ottimi rapporti da tempo immemorabile, al punto che di Giacinto detto Marco ministro con il centrodestra si parlò già nel 1994, e finì invece con la nomina di Emma Bonino alla Commissione europea.

La trattativa va avanti da più di due mesi: alla vigilia del voto della Camera del 14 dicembre, lo scontro frontale tra il premier e Gianfranco Fini, l'intesa si era quasi trovata su un documento con uno slogan ad effetto, sei riforme per sei deputati. Ma tra i sei punti di Pannella c'era qualcosa che suonava troppo simile a un'amnistia: utile anche a Berlusconi, probabilmente, ma la Lega non l'avrebbe gradita neppure per scherzo, e non se ne fece niente. Ora le danze si sono riaperte. Non ci sono poltrone per Pannella, se non il sogno di essere consacrato senatore a vita. Né rappresentano un problema le questioni etiche: sul testamento biologico il Pdl lascerà libertà di coscienza e amen.
11 febbraio 2011

L'espresso.transfughi-in-regalo-lauto-blu

Nessun commento:

Posta un commento