Davanti al palazzo di Giustizia di Milano circa 150 persone, guidate da Daniela Santanchè, hanno alzato cartelli e scandito slogan a favore del premier. Assenti i ministri. Qualcuno, dal marciapiede guardando la folla riunita intorno al gazebo ha urlato "vergogna" contro i seguaci del premier. Frenata sullo strappo con l'Udc
Pdl in piazza contro i giudici. Stamattina, davanti al palazzo di Giustizia di Milano, circa 150 persone, guidate da Daniela Santanchè ("Io cambierei il nome di questo palazzo, lo chiamerei 'il palazzo di ingiustizia', dove c'è una minoranza della magistratura militante che vuole sovvertire il voto popolare e far cadere Silvio Berlusconi") hanno alzato cartelli e scandito slogan a favore del premier. Alla manifestazione ha partecipato anche la presidente della Commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea e Alberto Torregiani, responsabile del settore giustizia del Movimento per l'Italia e figlio di Pierluigi, il gioielliere milanese ucciso dai Pac di Cesare Battisti nel '79. Non c'erano, invece, i ministro del Pdl la cui presenza era stata ventilata nei giorni scorsi.
I manifestanti del Pdl, hanno invaso corso Vittoria, bloccando parte della carreggiata, sventolando bandiere del Popolo della libertà. Su uno striscione c'era scritta una frase di Luigi Einaudi: 'Giustizia non esiste la' dove non vi è libertà". Su alcuni cartelli retti si leggeva: "Silvio, resistere, resistere, resistere". Una frase, questa, mutuata dalla relazione dell'ex procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli nel corso dell'inaugurazione dell' anno giudiziario del 2002. Dall'altra parte della carreggiata, inoltre, si sono poi radunati alcuni esponenti del Popolo Viola, che hanno organizzato un "contro-presidio" a sostegno dei magistrati. E sono stati molti i passanti che hanno urlato 'vergogna' all'indirizzo dei militanti del Pdl.
Sempre oggi alle 17, Silvio Berlusconi salirà al Colle dove incontrerà Giorgio Napolitano. Un faccia a faccia atteso nel pieno dello scontro politico e istituzionale che vede protagonista il premier.
Frenata sullo strappo con l'Udc. Toccherà ai dirigenti locali "verificare e stabilire, luogo per luogo e volta per volta, se l' alleanza con l'Udc ha ancora ragion d'essere o se invece è terminato il rapporto di fiducia". I coordinatori nazionali del Pdl, Sandro Bondi, Denis Verdini e Ignazio La Russa circoscrivono le parole di Silvio Berlusconi che ieri aveva sollevato il problema degli accordi con i centristi 2. E se a livello nazionale "il dissenso è assai netto", a livello locale "c'è invece una situazione a macchia di leopardo". Da valutare caso per caso. Anche perchè l'ipotesi di rottura generalizzata preoccupa chi, tra gli amministratori del centrodestra, ha l'Udc come alleato. "Stamattina ho sentito personalmente il premier e chiaramente smentisce di aver detto quelle cose" dice il presidente della regione Lazio, Renata Polverini.
(11 febbraio 2011)
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repubblica.it/
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