mercoledì 2 febbraio 2011

«L'Italia non è un bordello». All'estero fa colpo la protesta delle donne e il lancio di mutandine

Nel crescendo di proteste contro Berlusconi, il lancio di mutandine ad Arcore attira in particolare l’attenzione del Telegraph. Il quotidiano britannico sottolinea la reazione di rigetto delle donne italiane, con iniziative come il lancio di mutandine alla villa del premier, in programma per domenica 6 febbraio, «per protestare contro il suo atteggiamento verso le donne e il suo coinvolgimento in un giro di prostituzione».

L’idea di gettargli addosso la lingerie, proposta da Arianna Ciccone e dal gruppo internet Valigia Blu, ricorda il lancio di monetine contro Bettino Craxi ed è una forma di protesta contro quella che il Telegraph chiama «evidente ossessione» di Berlusconi per le «showgirl poco vestite». Altre manifestazioni in giro per l’Italia chiederanno le dimissioni del primo ministro, accusato di avere pagato donne per fare sesso alle sue feste “bunga bunga”.

Centinaia di donne – prosegue il quotidiano - hanno inviato messaggi e foto alla campagna online organizzata da La Repubblica. Alla dimostrazione organizzata a Milano, sabato, da Libertà e Giustizia parteciperanno Umberto Eco e – fa sapere il Telegraph - Paul Ginsborg, storico inglese che insegna all’Università di Firenze. Il gruppo dice di avere raccolto 100mila firme per chiedere che Berlusconi si dimetta “immediatamente”. Un’altra protesta si terrà a Firenze, sempre sabato, con lo slogan “L’Italia non è un bordello”. E una mobilitazione nazionale delle donne è in programma per domenica 13 febbraio.

Le accuse “più dannose” contro Berlusconi – ricorda il Telegraph - sono di avere pagato per i favori sessuali di una prostituta minorenne e di avere poi “fatto pressione” sulla polizia di Milano per farla rilasciare dopo che era stata arrestata per furto.

Il Nouvel Observateur mette in risalto la vicenda di Sara Giudice, consigliera di zona del Pdl a Milano: “Una donna che ha denunciato le scappatelle di Berlusconi espulsa dal partito”.
«Il suo combattimento non è solitario: a Milano e a Firenze delle donne hanno manifestato questo week-end, sbandierando cartelli con la scritta “L’Italia non è un bordello"», si legge nella notizia Reuters ripresa dal sito internet del Nouvel Obs.

La Giudice viene presentata come “la sola donna” del Pdl che ha osato denunciare le “relazioni ambigue” del presidente del Consiglio con ragazze minorenni. «Mentre i pezzi grossi del suo partito si sono sforzati di difendere il premier dalle accuse della procura di Milano», lei non solo ha denunciato i gusti per le starlette del premier, ma ha anche lanciato una petizione reclamando le dimissioni di Nicole Minetti.

Continuano intanto a girare sui siti web della stampa estera le notizie dell’indagine. “La magistratura scopre un conto segreto di Berlusconi per pagare feste con prostitute”, titola tra gli altri lo spagnolo Abc.es.

Graffiante Laura Barton sul Guardian, che in una breve nota intitolata «Le ambizioni di Berlusconi per sua figlia» prende di mira Marina Berlusconi. L’autrice si dice sorpresa di avere saputo che il primo ministro italiano, coinvolto in uno scandalo di prostitute minorenni e feste con droga e sesso, spera di farsi succedere in politica dalla figlia Marina, presidente di Fininvest. La Barton dà pochissimo peso al fatto che Forbes la metta al 48° posto nella classifica delle donne più potenti del mondo. E si domanda se la figlia conti di prendere il testimone del padre «salterellando con teenager da nightclub e assumendo giovani escort per andare a sontuose feste».
2 febbraio 2011

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