venerdì 18 febbraio 2011

Fisco, alberghi, bar e ristoranti, l'economia "in nero" è al 56,8 %

Le elaborazioni fatte dall'Istat sono state fornite agli esperti che lavorano nella commissione per la riforma fiscale e che si occupano di "economia non osservata e flussi finanziari". Il sommerso per colf e badanti si ferma al 52,9 %. Il presidente di Federalberghi: "Dati inattendibili"

ROMA - Il sommerso in Italia vale tra un minimo del 16,1% e un massimo del 17,8% dell'economia. Ma non per tutte le categorie. Il record spetta al settore "alberghi e pubblici esercizi", per i quali si aggira attorno al 56,8%, che supera anche il "nero" dei servizi domestici di colf e badanti che si ferma al 52,9%. Testa a testa, invece, tra l'agricoltura (31,1% di sommerso) e il commercio (che è al 21,7%).

Sono questi gli ultimi dati forniti agli esperti che lavorano nella commissione per la riforma fiscale che si occupa di "economia non osservata e flussi finanziari". Le elaborazioni, fatte dall'Istat su dati 2005, sono le più aggiornate e entrano nel dettaglio rispetto ai dati del sommerso diffusi lo scorso luglio per macrosettori.
La tabella è stata elaborata tenendo conto di "correzioni" statistiche sugli introiti, i costi interni delle imprese, la dissimulazione dell'attività produttiva sul lavoro non regolare, e stime indipendenti di offerta e domanda.

Emerge così che il sommerso nel settore industria tocca l'11,7%, il 21,7% nei servizi e il 31,1% nell'agricoltura.

Ma la vera novità sono i dettagli. Per il comparto dell'industria il sommerso più evidente è quello delle costruzioni, che arriva al 28,4%, seguito dal tessile-abbigliamento-calzature che è al 13,7%, dagli alimentari (10,7%). Inesistente invece per l'elettricità, il gas e l'acqua (1,8%).

Più evidente è l'economia in nero nel settore dei servizi. Il top è per gli alberghi e i pubblici esercizi (56,8%), ma ci sono anche i servizi domestici (52,9), seguiti da "istruzione, sanità e altri servizi"(al 36,8%), trasporti e comunicazioni (33,9%), commercio (32,1%); servizi alle imprese (21,5%).

L'unico settore con un sommerso sotto le due cifre è il "credito e assicurazione" con 6,4%.
"Un dato inattendibile e strumentale; messi così sono numeri al Lotto": non usa giri di parole il direttore generale di Federalberghi Alessandro Cianella per commentare i dati sull'evasione del settore "alberghi e pubblici esercizi". "L'entità presunta dell'evasione fa sorridere", osserva il rappresentante di Federalberghi. "Per legge gli alberghi hanno l'obbligo di comunicare alle forze dell'ordine informazioni sui clienti alloggiati, obbligo che è sanzionato penalmente. E sono 50 anni che gli albergatori italiani seguono questo comportamento".

Il dato della Commissione per la riforma fiscale secondo Cianella "è inattendibile", nel senso che per capire meglio "servirebbe uno scorporo, visto che i dati presi in esame dall'Istat riguardano tutto il settore ricettivo che è decisamente ampio". Se il fisco "tirasse fuori gli studi di settore sarebbe meglio e si comprenderebbe che le cose non stanno così". E da ultimo si domanda: "ma se il grado di evasione è questo, ma cosa fanno le autorità preposte ai controlli?".
Dello stesso parere la Fipe Confcommercio: "E' sconcertante leggere il dato emerso dalla commissione che sta lavorando sulla riforma fiscale" commenta del direttore generale , Edi Sommariva. "Se è vero che nel settore di pubblici esercizi e alberghi il lavoro nero tocca il 56,8% allora significa che sono sballati tutti i dati finora resi pubblici, a cominciare dal Pil per finire alla contabilità nazionale", afferma.

"La commissione deve spiegare agli italiani e alle imprese - prosegue Sommariva - il significato di questi numeri che non ci convincono per niente. Infatti, dai dati ufficiali Inps risulta che il nostro comparto dà lavoro a 700mila dipendenti e a 300mila indipendenti. Sono cifre che ci sembrano fotografare la situazione reale. Dai dati della commissione emerge, invece, una forza lavoro di circa un milione e seicentomila persone, cioè quanto la manodopera del canale horeca (hotel, ristoranti e caffè) di Francia e Spagna messe assieme. Davvero poco credibile".
 18 febbraio 2011

repubblica.it/fisco_il_sommerso

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