Il futuro in Sardegna è un cane a sei zampe da un miliardo di euro
Porto Torres (SS). Il silenzio è certamente il leitmotiv che descrive meglio l’omissione, da parte dei principali media nazionali, del disastro ambientale, avvenuto lo scorso 11 gennaio in Sardegna.
Un gravissimo incidente che ha causato lo sversamento in mare di circa 18/20 mila litri di olio combustibile, proveniente dalla petroliera “Esmeralda”, durante le operazioni di trasferimento e rifornimento nel deposito E.ON. di Porto Torres. La E.ON. è un colosso energetico tedesco che ha 90 mila dipendenti, un fatturato di svariate decine di miliardi di euro e partecipazioni nella russa Gazprom.
La causa, però, del silenzio assordante dei media nazionali sulla vicenda, è quella di non disturbare un progetto industriale dell’Eni da un miliardo di euro. La multinazionale petrolifera del cane a sei zampe, infatti, si accinge a costruire proprio a Porto Torres, il più grande deposito di stoccaggio di greggio e olio combustibile del mediterraneo. Peccato, però, che questo progetto sia insostenibile dal punto di vista ambientale e vedrà solcare un numero altissimo di petroliere nel mare cristallino, a due bracciate da alcune delle più belle oasi naturalistiche protette della Sardegna.
Il silenzio è dunque d’obbligo, visti i milioni di euro versati a giornali e televisioni italiane, per una pubblicità che, ironia della sorte, fa proprio uso della sabbia , con disegni che prendono vita e svaniscono in pochi istanti. La stessa sorte, purtroppo, potrebbe toccare alla Sardegna, se non cambierà rotta, trovando il coraggio di convertire la propria economia industriale, trasformandola in una nuova industria turistica eco-sostenibile, capace di creare nuovi posti di lavoro e sviluppo per gli abitanti del territorio. Per fare questo occorre che i sardi prendano coscienza delle loro potenzialità e si ribellino alla schiavitù secolare che non permette loro di esprimere la propria libertà e la propria cultura autoctona indipendente. Il diritto al lavoro e di vivere in un’ambiente sano e salubre, inoltre, sono diritti inalienabili dell’uomo, sanciti dalla Costituzione italiana e non delegabili ad alcuna multinazionale, la quale ha come unico interesse il profitto e non certo la tutela del patrimonio naturalistico.
Per questo motivo, vista l’assenza dello Stato in questa vicenda, dovremmo iniziare ad essere più attenti nelle nostre scelte, eleggendo dei rappresentanti politici che facciano i nostri interessi e non quelli delle grandi lobby energetiche. Se non ci riusciremo, le colpe e le responsabilità di queste catastrofi, non saranno da attribuire ad altri, ma a noi stessi.
ildemocratico.com/disastro-ambientale
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