L'ondata di proteste sul web, con tanto di "sciopero" indetto da Wikipedia, ottiene un risultato significativo. C'è l'intesa per cambiare il comma 29, cioè l'obbligo di rettifica per i siti personali. L'imposizione resta però per le testate registrate.
Marcia indietro del governo sul ddl intercettazioni: l'obbligo di rettifica entro le 48 ore varrà solo per le testate online registrate, quindi non per i blog. È quanto prevede l'accordo bipartisan raggiunto oggi (5 ottobre) dal comitato dei nove sul contestatssimo disegno di legge. La proposta è frutto di emendamenti presentati da Zaccaria (Pd) e Roberto Cassinelli (Pdl) e sicuramente risente delll'ondata di proteste sul web, con tanto di "sciopero" indetto da Wikipedia.
L'accordo raggiunto dal comitato dei nove, il primo a esaminare le proposte di modifica relative a un progetto di legge, sarà ora sottoposto al voto dell'aula. "Sicuramente c'è stato un passo indietro sui blog - osserva il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, ai microfoni di RadioArticolo1 -, ed è un primo successo del popolo della rete e delle opposizioni. Ma attenzione, ci sono anche altri emendamenti e bisogna vedere su quale testo il governo potrebbe far votare la fiducia, il rischio c'è".
"Il mio primo emendamento già da diversi giorni depositato alla Camera - spiega Cassinelli - prevedeva termini allungati e sanzioni ridotte per i siti amatoriali. Questa nuova versione, che ha avuto il sostegno degli onorevoli Contento e Costa, invece, li esclude tout court dall'obbligo di rettifica, mantenendolo solo per le testate registrate. Dopo un'intensa attività di sensibilizzazione sul tema - conclude il deputato - credo di poter dire che sia ormai maturata in tutti, anche nel governo, la convinzione che il comma 29 vada cambiato".
"È l’unica nota positiva della riunione di oggi" commenta Roberto Rao (Udc). Resta infatti tutto il resto del provvedimento che impedirà di pubblicare le intercettazioni. Per questo Giulia Bongiorno si è dimessa dal suo ruolo di relatore. Come aveva già annunciato, l'avvocato ha dato le dimissioni dopo che in commissione Giustizia alla Camera è passato l'emendamento del Pdl che ne vieta la pubblicazione fino alla cosiddetta udienza filtro.
05/10/2011
rassegna.it/accordo-bipartisan-salvi-i-blog
Nessun commento:
Posta un commento