I radicali garantiscono il numero legale alla prima chiama del voto di fiducia, quando avrebbero potuto contribuire ad affossare il governo Berlusconi. E la Bindi non trattiene l'insulto: "Che stronzi".
14 ott 2011
"Che stronzi". Chissà in quanti, nel Parlamento e fuori, hanno pensato quello che Rosy Bindi ha detto, rivolgendosi ai Radicali. Già, i Radicali. Perché se Silvio Berlusconi è ancora presidente del Consiglio, se ha ottenuto una fiducia - risicata quanto si vuole, ma una fiducia -, se il governo è ancora in piedi, un ruolo fondamentale l'hanno avuto i Radicali. Che, pur facendo parte dell'opposizione, ieri erano in aula, mentre Berlusconi parlava.
E oggi sono rimasti alla Camera, partecipando al voto per la fiducia al governo. Ebbene: se si fossero comportati come il resto delle opposizioni, evitando di entrare alla prima chiama, il voto si sarebbe concluso con un nulla di fatto, perché sarebbe probabilmente mancato il numero legale. Certo: Berlusconi ha poi ottenuto 316 sì, un numero tale da garantirgli comunque il quorum.
Ma se il numero legale fosse mancato alla prima chiama, non è escluso che qualche altro "scontento" avrebbe pensato che u governo zoppo, e un Parlamento bloccato, erano pesi troppo pesanti per l'Italia ai tempi della crisi.
Il Pd si trova in imbarazzo, perché i Radicali vennero eletti tra le sue file: ma si sono comportati da guastatori. Per questo Giovanna Melandri, Rosa Villecco Calipari e Rolando Nannicini hanno urlato contro i Radicali Maria Antonietta Coscioni, Maurizio Turco e Michele Beltrandi.
Per questo Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea del Pd, a Maurizio Lupi che le faceva presente che "i voti sono voti" ha replicato: No, gli stronzi sono stronzi".
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