In quasi vent'anni, la lobby di Comunione e Liberazione si è insediata in tutti i gangli di potere della città. A partire dalla A2A, l'azienda energetica. Ora il nuovo sindaco vorrebbe fare piazza pulita. Ma non è facile
29 agosto 2011
Dopo l'Atm, l'azienda dei trasporti di cui non è stata rinnovata la leadership, un prossimo obiettivo della giunta di Giuliano Pisapia potrebbe essere la A2A, gigante dell'energia nato dalla fusione della milanese Aem con la bresciana Asm. Grazie ai suoi dividendi (160 milioni di euro) A2A sostiene un bel pezzo del bilancio di Palazzo Marino. Sta giocando con i francesi di Edf una difficile partita per il controllo della Edison. E' quotata in Borsa, ha 9.300 dipendenti, controlla una quarantina di società e il rinnovo delle cariche è previsto per la prossima primavera: i Comuni di Milano e Brescia hanno un potere decisivo su nomine e assetti azionari.
Il suo controllo rappresenta uno snodo fondamentale della politica lombarda. E tutto passa dalla scrivania del direttore generale Renato Ravanelli, poco noto ma molto potente. Un ciellino di ferro, uomo di punta del governatore Roberto Formigoni. Più influente di Giuliano Zuccoli, il presidente del consiglio di gestione che designa i vertici delle società. Pisapia potrebbe decidere di rimaneggiare la rappresentanza milanese nei consigli di sorveglianza e di gestione, e azzerare i vertici di stretta fede formigoniana.
Se sembra probabile la fine dell'era Zuccoli, che ne sarà di Ravanelli, titolare di uno stipendio base ed emolumenti per la carica di 1,3 milioni di euro l'anno? Molti criticano le sue assunzioni in campo ciellino, perplessità hanno suscitato i 16 milioni di euro spesi nel primo semestre 2011 in "consulenze per assunzioni e organizzazione", a beneficio soprattutto di due società: la Bain & Company di Roberto Prioreschi e la Ernst & Young di Alberto Girardi.
Sarà un caso, ma tanto Prioreschi quanto Girardi, legati da rapporto di amicizia con Ravanelli, gravitano nell'orbita ciellina. Ed è sempre Ravanelli, tramite la Egon Zehnder International, ad assumere Enrico Friz come nuovo amministratore delegato di Ecodeco, società della filiera ambientale del gruppo. Friz afferma nel suo curriculum di essere stato general manager di Pirelli Ambiente (all'"Espresso" risulta essere stato allontanato dopo soli 6 mesi), chief executive officer presso Wisco spa del gruppo Enel e office manager alla Golder Associates, general manager per l'Italia di Veolia Enviromental Services. Ma è stato anche amministratore delegato della Tev del gruppo Veolia, i cui vertici sono indagati per le diossine dell'inceneritore di Pietrasanta scaricate nel torrente Baccatoio. Accuse pesanti, quelle contestate dalla Procura di Lucca a Friz, che vanno dal danneggiamento aggravato allo sversamento di sostanze pericolose in aree verdi e residenziali, alla violazione del testo unico sull'ambiente.
Crea malumori anche un'altra vicenda: quella di cinque ex consulenti della Bain & Company, tutti ciellini, assunti da A2A senza il periodo di prova e a tempo indeterminato. Tra questi, l'assistente di Renato Ravanelli, Lorenzo Giussani - 30 anni, uno stipendio di130 mila euro l'anno - e i giovani talenti Francesco Forleo e Andrea Cavallini, 41 anni, bocconiano nominato direttore commerciale del gruppo A2A con uno stipendio di 250 mila euro l'anno.
Ma l'elenco dei formigoniani doc nell'Olimpo A2A non è finito. Stefano Micheli fa parte dei Memores domini fin dai tempi dell'Università Cattolica, proviene da Risanamento spa ed è direttore amministrativo di A2A. Graziano Tarantini, per 17 anni a capo della Compagnia delle Opere, oggi è presidente del consiglio di sorveglianza con 505 mila euro di stipendio l'anno. Una lobby, quella ciellina, qui particolarmente radicata. Nella battaglia per le nuove nomine Pisapia non avrà vita facile.
espresso.repubblica.it/riuscirà-pisapia-a-sradicare-cl
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