martedì 30 agosto 2011

Berlusconi: manovra più equa. Corte Conti e Bankitalia: depressiva

Il contributo di solidarietà resta per i dipendenti pubblici.
Il premier: storico taglio alla politica. Bersani: puniti gli onesti

Roma, 30 ago. (TMNews) - "Sono molto soddisfatto perché la manovra è molto migliorata senza modificare i saldi" e abbiamo "reso la manovra più equa e sostenibile". E' questo il commento di Silvio Berlusconi sulle correzioni alla manovra economica apportate ieri ad Arcore nel vertice di maggioranza. Mentre il premier brinda all'intesa, però, da Bankitalia e dalla Corte dei Conti è arrivato il monito sulle misure di rientro del bilancio. La manovra "rallenterà la crescita ma non ha alternative", ha detto il il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso di un'audizione sulla manovra economica al Senato.

Per i magistrati contabili si tratta invece di un provvedimento "depressivo" a causa dell'ingente "ricorso alla leva fiscale". Nonostante sia stato in parte cancellato il contributo di solidarietà è ancora in vigore per i dipendenti pubblici, come ricordato dalla capogruppo del Pd alla Camera, Anna Finocchiaro, oltre che per parlamentari e calciatori.

Commentando le scelte del governo Berlusconi
ha lodato i tagli ai costi della politica effettuati: "E' la prima volta nella storia", ha detto chiedendo poi all'opposizione di abolire insieme le province per via costituzionale.

"Quasi tre quarti della manovra e in particolare la modalità d'intervento prescelto, determinano", ha detto invece il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, "la compressione del reddito e accentuano i rischi di effetti depressivi".
Bankitalia ha inoltre precisato che potrebbe prefigurarsi una crescita del Pil "inferiore al punto percentuale" nel 2011 e "ancora più debole nel 2012". "Ogni altro scenario - ha detto Visco - condurrebbe a risultati più traumatici per il nostro Paese".

Contro la nuova manovra economica si è scagliato anche il leader del Pd Pierluigi Bersani. "La giustizia di Arcore e di Bellerio è dunque la seguente: non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea", ha detto Bersani, "dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più".

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