martedì 7 giugno 2011

REPORTAGE- Fukushima, malati di paura

Contaminati oceano e falde: l'incubo giapponese continua.

Da Fukushima.
A Fukushima, ancor prima di ammalarsi realmente, i giapponesi devono convivere con il cancro della paura. La paura di mangiare, di bere, di lavarsi. Anche di respirare. È uno spettro che non si aggira evitando di consumare broccoli e prezzemolo, come disposto dal governo all'indomani del disastro nucleare. Oppure non bevendo acqua corrente e non avvicinandosi alla zona contaminata.

ISOTOPI IMPREVEDIBILI. La paura è direttamente proporzionale all'impalpabilità e all'imprevedibilità degli isotopi, i quali non si diffondono affatto in maniera scontata, come accadde nel caso di Chernobyl.
A volte sono rarefatti, e si concentrano a pochi chilometri dall'impianto; altre volte si allontanano, oltrepassando la zona rossa, cioè la cintura blindata di 20 chilometri attorno alla centrale, come Lettera43.it ha potuto verificare direttamente in un rivolo d'acqua nella zona di Itate.
A 30 chilometri da Fukushima, il gaiger continua a schizzare in un secondo da sei a 110 microsievert. Per dare l'idea, con un'esposizione quotidiana a 250 microsievert i danni all'organismo umano diventano irreparabili.

Uranio e plutonio nelle falde e nel mare
Nella centrale che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso, la situazione è più grave di quanto si crede. Il 6 giugno l'università di Hokkaido, un ente indipendente sia dal governo sia dalla Tepco, la società che gestisce la centrale, ha pubblicato i risultati di un esame compiuto il 22 aprile scorso. Il plutonio e l'uranio hanno raggiunto falde e acqua di mare, e anche il terzo reattore è gravemente compromesso.

PAURA DEL TÈ E DEL VENTO.  Attenersi ai diktat del premier Naoto Kan non è più sufficiente. Tutto fa paura. Non solo l'acqua, ma anche il tè in bottiglia e la coca cola in lattina, un imballaggio ridicolo davanti all'aggressività di un isotopo, sono rischiosi.
Non solo non è più possibile mangiare pesce - l'unico sicuro è l'amatissimo tonno bluefin che arriva da Altantico, Indiano e Mar Mediterraneo - ma sono sconsigliati anche carne, gelato, frutta.
Fa paura persino farsi uno shampoo: cercando di eliminare eventuali residui radioattivi, ci si espone infatti a un pericolo forse maggiore visto che sia l'acqua corrente sia i detergenti potrebbero risultare contaminati. Spaventa anche il vento gentile di una fresca giornata tardo primaverile. Chissà quell'aria da dove arriva.

«I MIEI FIGLI VIA DAL PAESE». Anche Salvatore Cuomo, uno dei maggiori imprenditori italo-giapponesi, che nel Sol Levante ha costruito il suo impero grazie a una catena di ristoranti e pizzerie, è preoccupato. «Oggi c'è da avere paura in tutto il Giappone», ha ammesso a Lettera43.it. E pure lui, che in Giappone c'è nato e si sente più giapponese che italiano, sta per mandare via i suoi figli da Tokyo, via dal Paese.

L'incidente nascosto di Osaka
Sono tante le voci che girano in Giappone in questi giorni. Tutte poco rassicuranti. Secondo alcune indiscrezioni, il governo avrebbe deciso di utilizzare la zona contaminata di Fukushima per creare un deposito di scorie nucleari.
Ma a farsi largo è una seconda ipotesi, se possibile ancora più terribile. Un'altra centrale, questa volta nei pressi di Osaka, avrebbe problemi più gravi di quelli di Fukushima.

L'OMERTÀ DEL GOVERNO. Sembra che i danni siano stati causati da un errore umano ben prima dello tsunami, e che il disastro sia 'servito' per nascondere all'opinione pubblica gli effetti dell'incidente.
E il governo, si mormora, ne era a conoscenza.

L'11 giugno, il Giappone si fermerà per fare il punto sulla situazione, riflettere, commemorare le vittime a tre mesi dal terremoto più grave che il Paese ricordi. E, ironia della sorte, il 12 e il 13 gli italiani sono chiamati a dire la loro anche sull'energia nucleare.

Il fantasma della paura forse i giapponesi, un po' per lo shintoismo, un po' per il buddismo, un po' per la loro storia, possono anche sopportarlo con la dignità, la compostezza e la rassegnazione che fanno parte del loro essere. Chissà se gli italiani sarebbero in grado di sopportarlo.
 06 Giugno 2011

lettera43.it/fukushima-malati-di-paura

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